Pubblichiamo a seguire la traduzione del comunicato in inglese della FAO (federazione delle organizzazioni anarchiche slovene) sulle proteste che hanno avuto luogo e stanno continuando a dilagare in Slovenia dall’inizio del mese.
Su info-action invece report testimonianze e rassegna stampa qui
Rivolte di massa in Slovenia, dicembre 2012
La Slovenia è scossa dalla prima rivolta di massa in due decenni e la prima che è orientata prevalentemente contro la classe politica, le misure di austerità e in alcune città sta guadagnando un carattere anticapitalista.

In meno di 3 settimane ci sono state 35 proteste in 18 città, dove in tutto hanno partecipato più di 70.000 persone. Le manifestazioni si sono trasformate spesso in scontri con la polizia che si è scagliata violentemente contro i cortei.
284 persone sono state arrestate, alcune rilasciate alcune sono ancora in carcere. Molte persone sono rimaste ferite.
Tutto è cominciato a metà novembre con le proteste contro il sindaco corrotto della seconda città più grande della Slovenia, Maribor (che si è dimesso). Lo slogan di battaglia “Lui è finito” (Gotof je) è stato alternativamente indirizzato più o meno a tutti i politici del Paese. Le proteste si sono diffuse in tutto il Paese in pochi giorni. Sono diventate per la gente, sempre di più, il canale per esprimere la rabbia per le condizioni generali della società: niente lavoro, sicurezza, diritti e futuro.
Le proteste sono decentralizzate, antiautoritarie e non gerarchiche. La gente che non è mai scesa prima nelle strade adesso partecipa. Stanno avendo luogo in villaggi e città che non hanno mai visto una manifestazione prima di oggi. La gente sta creando nuove alleanze, diventando compagni nella lotta e sono determinati a continuare fin quando sarà necessario. Non sappiamo quanto potremmo ancora restare nelle strade, ma una cosa è certa; la gente ha sperimentato un processo di emancipazione e si è riconquistata la parola che gli era stata tolta con violenza nel passato.
E questo è qualcosa che nessuno potrà più togliere loro.
Sotto trovate il comunicato dei vari gruppi della FAO Federation for anarchists organizing, qualche foto, material video e la cronologia degli eventi fino ad ora.
Nessuna discriminazione, sono tutti finiti!
Gli ultimi giorni hanno visto crollare la storia in tutta la sua potenza. La rivolta a Maribor è iniziata in un modo che pochi avrebbero pensato fosse possibile: la gente si è auto-organizzata e ha spinto all’angolo il loro sceriffo e alla fine l’ha forzato a cadere in disgrazia. Questa è stata la scintilla che ha fatto scoppiare una rivolta più ampia contro l’élite politico-economica e l’intero sistema capitalistico.
Non abbiamo la sfera di cristallo per prevedere ciò che succederà, ma quello che è certo è che non ci aspettiamo niente di romantico o ingenuo, ma qualcosa che viene dall’organizzazione e il coraggio.
Da sotto a sopra e dalla periferia al centro.
Le proteste sono dilagate attraverso il Paese e sono cresciute in una più ampia rivolta contro le regole dell’elite e l’ordine esistente.
La gente di ogni regione ha usato creativamente la propria lingua locale per articolare lo stesso messaggio ai politici: voi siete finiti.
Il carattere decentrato della rivolta è tra gli aspetti chiave degli eventi fino ad ora. Un altro è il fatto che l’intero processo fino adesso ha caratteristiche completamente dal basso. Non ci sono leaders che organizzano, solo gente che non è rappresentata da nessuno. Per difendere questa solidarietà tra le persone e bloccare il recupero della rivolta da parte della classe politica, è proprio questo decentramento, che dobbiamo difendere, promuovere e rafforzare!

Polizia ovunque, giustizia da nessuna parte!
La brutalità della polizia sui manifestanti non dovrebbe sorprendere. Ciò che è veramente sorprendente sono tutte le illusioni riguardo la possibilità che la polizia si unisca a noi. E’ vero che la polizia non è il principale obiettivo della rivolta e che gli sconti tra polizia e manifestanti non sono la sua conclusione e unico orizzonte. Ciò che la polizia ha come meta in questo conflitto è la classe politica capitalista e il sistema nella sua interezza. Un’altra cosa assolutamente vera è che la polizia non è nostra alleata e visto il suo ruolo nel sistema non lo sarà mai e in nessun luogo in questa rivolta.
Ricordiamoci: la polizia è parte dell’apparato repressivo dello stato. Continua a leggere→