LO SCIOPERO CHE NON C’E’

Mentre in Grecia ed in Spagna da oltre un anno brucia la protesta sociale ed anche i sindacati ufficiali si sono visti costretti ad indire diverse agitazioni nazionali e scioperi generali, in Italia regna una calma irreale.

I sindacati concertativi CGIL CISL UIL, che già erano apparsi fin troppo acquiescenti nei confronti dello screditato governo Berlusconi, sembrano aver perso completamente la voce dopo l’insediamento del governo delle banche presieduto da Mario Monti. Ogni tanto si sussegue qualche minaccia di sciopero generale, prontamente ritirato, ogni tanto vediamo qualche sciopericchio di qualche ora o limitato ad alcune categorie. Maestra in questa strategia di depistaggio è la CGIL, sindacato di regime con i governi di centro-sinistra, sindacato di (finta) opposizione con i governi di centro-destra e tecnici. L’ultima trovata è stata uno sciopero del solo pubblico impiego (28 settembre) con l’esclusione però della scuola che è chiamata a scioperare (da sola) il 12 ottobre. È evidente a tutti il carattere puramente auto-rappresentativo di queste agitazioni. Assolutamente inefficaci sul piano concreto, dividono i lavoratori e servono appena per illudere la “base” sulle effettive velleità di lotta del sindacato.

Purtroppo non molto migliore sembra la situazione del sindacalismo di base che fin qui è apparso incapace (essenzialmente per pure e semplici beghe di vertice) di convergere su di una data di lotta unitaria. La mobilitazione di massa e l’autogestione delle lotte sono oggi più che mai indispensabili !

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