DEPORTAZIONI DAL CPR E NUOVI VIDEO DA DENTRO – Aggiornamenti del 30.07.2020

Riceviamo e diffondiamo

DEPORTAZIONI DAL CPR E NUOVI VIDEO DA DENTRO – Aggiornamenti del 30.07.2020

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REPRESSIONE E BOTTE ORA AL CPR – AGGIORNAMENTI DEL 26 LUGLIO 2020

Al Cpr di Gradisca negli ultimi giorni ci sono stati altri incendi e molti dei reclusi hanno subito una repressione molto violenta. Uno di loro è stato allontanato per essere picchiato e ed è stato costretto a dormire su una rete di ferro senza materasso.

In seguito a questo ennesimo episodio di violenza da parte dei poliziotti, la quasi totalità dei reclusi delle zona Blu del Cpr, una cinquantina di persone, è entrata in sciopero della fame.

Ci raccontano che le f.d.o. hanno punito quasi tutti gli scioperanti con botte pesantissime: un ragazzo tunisino, in particolare, è stato portato all’ospedale e nel corso della mattinata sono arrivate almeno due ambulanze per altri detenuti a cui è toccata la stessa sorte.

Da quello che ci raccontano dall’interno del centro, le telecamere sono state oscurate, per non far rintracciare alcuna prova dei fatti, e le persone sono state portate in un luogo isolato prima di essere picchiate.

Riceviamo delle foto che testimoniano quanto accaduto, ma ci viene chiesto esplicitamente di non pubblicarle per non mettere in pericolo le persone coinvolte e per non far preoccupare ulteriormente le loro famiglie.

M., un ragazzo egiziano è stato picchiato dalle guardie in seguito agli incendi poi si è autolesionato per protesta.

Un altro ragazzo egiziano da due settimane soffre di un fortissimo mal di denti, ma non ha ancora ricevuto alcuna assistenza medica.

Ci raccontano poi che quando Orgest Turia è morto in CPR e H. è andato in terapia intensiva, i quattro compagni di cella e testimoni sono stati trattenuti in una stanza per 24 ore senza cibo. Uno di loro è stato buttato a terra e preso a calci perché aveva osato uscire dalla cella per andare in bagno senza chiedere permesso.

Recentemente, è diventato più pericoloso filmare quello che avviene dentro il CPR e inviarlo fuori.

In generale, i detenuti ci parlano di condizioni esasperanti e di trattamenti mai subiti, nemmeno in carcere, per chi di loro ci è stato. Molti di loro non riescono a dormire, né a mangiare. Gli incendi per protesta sono all’ordine del giorno e molti di loro finiscono per respirare molto fumo e stare male anche per questa ragione. Stando a quanto ci raccontano, le conseguenze per gli atti di protesta sono quasi sempre pestaggi da parte delle guardie del centro e vari atti intimidatori, tra cui denunce per resistenza a pubblico ufficiale o danneggiamento.

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FINE DI UNA TRAGEDIA, CON UN ARRESTO E CON UN ESTINTORE APERTO SUL VOLTO DI UNA PERSONA

Scriviamo quest’articolo per spiegare la tragedia che sta dietro all’arresto di un recluso nel CPR di Gradisca, apparso ieri su un quotidiano sotto l’ignobile sottotitolo «Lì dentro delinquenti ex carcerati». Invitiamo a leggere fino in fondo e diffondere. Ci troviamo ormai senza parole per descrivere quanto la realtà dentro i CPR venga storpiata dai media, che, descrivendola attraverso la voce di poliziotti o altre persone di parte, assumono un ruolo essenziale nella costruzione di un immaginario falso attorno al lager e alle persone recluse, legittimando quindi la sua esistenza e concimando il razzismo più becero.

Cos’è successo?

I reclusi ci raccontano che da alcune settimane sono entrate molte persone nel CPR “appena arrivate in Italia” e che non parlano italiano. Da alcuni quotidiani locali leggiamo che si potrebbe trattare di persone in arrivo dalla rotta balcanica, da dentro invece ci dicono che vengono da Lampedusa.

Tra questi c’era R. un ragazzo egiziano, ora in arresto. Molti detenuti ci parlano di lui da giorni, preoccupati per la sua sorte. Finora non siamo riuscite a riportare le loro voci riguardo a questa storia, perché nel frattempo nel CPR è morto Orgest Turia e il suo compagno di cella, H., è stato salvato in extremis. H. ora si trova in ospedale, ma vogliono rinchiuderlo di nuovo dentro il CPR, contro la sua volontà e quella di tutti i familiari, che sono certi che non mangerebbe niente se entrasse, per lo shock e la paura che gli succeda un’altra volta la stessa cosa.

Torniamo a R. Da quello che ci raccontano, R. è uscito dalla zona di quarantena verso l’11 luglio, non parlava italiano, era appena riuscito ad arrivare in Italia ed era molto stressato per due ragioni: gli era stato tolto il cellulare e aveva un forte dolore ai denti ma, a quanto ci dicono, le sue richieste non venivano ascoltate.

Ci dicono che il 15 luglio R. inizia a protestare vivacemente e che per questo gli viene finalmente data attenzione, ci riferiscono che gli viene detto che verrà avvisato il capo e quindi lui aspetta questo colloquio.

Il colloquio però non sembra arrivare. Tra il 16 e il 18 luglio, ci raccontano che nella sua cella scoppiano dei piccoli incendi, in cui lui si brucia un braccio. Ci dicono che viene denunciato per danneggiamento e gli altri detenuti continuano a dire che lui non deve stare lì, che non ha senso perché è appena arrivato in Italia e che ha bisogno del suo cellulare.

Il 19, durante il giorno, la rabbia di R. esplode, ci raccontano che si trova nella cella con gli altri reclusi, mentre gli operatori e i militari si trovano protetti dall’altra parte delle sbarre. Nei video di quei momenti si sente chiaramente qualcuno tra questi ultimi che gli dice “Adesso ti arriva il telefono, va bene? […] se io ti prometto qualcosa la mantengo va bene?”; i reclusi vicini a R. invece cercano di tranquillizzarlo: “Non ti preoccupare, va bene”, sanno che R. è psicologicamente instabile per la situazione in cui si trova. Ripetono che R. sta impazzendo e che ha iniziato anche a dormire fuori, per terra.

Ci raccontano che nelle prime ore del 20 luglio nella stanza di R. scoppia un nuovo incendio. Altri reclusi si svegliano e qualcuno esce dalla cella per il fumo. A quel punto, da quello che ci raccontano, un operatore aziona l’estintore sul volto di M., un altro recluso, che perde i sensi e viene trasportato in Pronto soccorso assieme ad altri. Ora sono tutti arrabbiati: pensano che M. ha rischiato la vita e che R. non doveva stare lì, ormai non stava più psicologicamente bene. R. non deve stare nemmeno in galera, dove si trova ora.

Con la rabbia in corpo, perché abbiamo sentito un’altra storia ingiusta, perché vogliono riportare H. in CPR oggi, perché il CPR esiste, ma anche per la complicità più squallida dei media, ripetiamo: che i muri di quel lager possano crollare!

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DI BOTTE, DI FARMACI E DI MORTI AL CPR DI GRADISCA

18/07/2020

6 mesi dalla morte di Vakhtang, 4 giorni dalla morte di un’altra persona.

DI BOTTE, DI FARMACI E DI MORTI AL CPR DI GRADISCA

Anche questa volta, la prima versione della notizia della morte di un giovane di 28 anni nel CPR di Gradisca è quella di una rissa tra detenuti, seguita poi dalla versione più in voga al momento: la morte per overdose.

Fino a prima della lunga serie di rivolte dei detenuti nelle carceri italiane del marzo scorso, una delle versioni preferite da polizia e quindi dai media era “edema polmonare”, così per Stefano Cucchi, così per Vakhtang Enukidze, entrambi morti in seguito ai pestaggi dei loro carcerieri, nonostante il capo della polizia Gabrielli abbia trovato “offensivo” il paragone.

Le sommosse di marzo in oltre trenta carceri italiane vengono sedate al prezzo di 14 morti sul groppone dello Stato – i secondini circondano le carceri armi in pugno, a Modena i parenti hanno riferito di aver sentito distintamente spari – che si affretta a a comunicare che i decessi sono stati causati “per lo più” da overdose di psicofarmaci e metadone. Da quel momento è un continuo. Solo per rimanere qui da noi, il 15 marzo scorso dentro il carcere di via Udine muore Ziad, un prigioniero di 22 anni a seguito della somministrazione di metadone e psicofarmaci in dosi eccessive, una settimana fa muore nel carcere del Coroneo di Trieste Nicola Buro, ufficialmente per arresto cardiaco, “che potrebbe essere stato causato da un abuso di farmaci”.

Ora è toccato a un uomo albanese rinchiuso al CPR di Gradisca, morto tre giorni fa, quando anche a un suo compagno di stanza, poi ricoverato, stava per toccare la stessa sorte.

Si scatena subito tra i soliti media locali la gara a riportare la versione che dipinga al meglio la prefettura: prima una rissa, poi ogni sforzo viene devoto a creare l’immagine dei detenuti-tossici (si sa, il posto dei tossici dovrebbe essere la galera) e dello smercio di sostanze all’interno del CPR. Il Prefetto Marchesiello dice che va tutto bene e sotto controllo (e ci mancherebbe, tanto i migranti posso andarsene quando vogliono, come diceva a gennaio in un’intervista), la sindaca DEM Tomasinsig constata con la consueta retorica democratica che “in quella struttura ci sono numerose persone con alle spalle una storia di problemi psichici, o di dipendenze” (quindi è normale che finiscano dove sono), un ex dipendente del vecchio CIE racconta che “c’è chi ricorre ai farmaci puramente per “sballarsi” ed ammazzare il tempo” (tanto non hanno altro da fare) e, ciliegina sulla torta, la testimonianza anonima di un esperto poliziotto che parla di “sotterfugi”, “favori tra detenuti” e “mercati interni”. Al giornalista naturalmente sfugge il fatto che ognuna di queste figure è interessata e parte attiva del mantenimento del campo di deportazione di Gradisca.

Il punto non è se e quanti psicofarmaci ogni detenuto assume, il loro utilizzo non è mai stato un “mistero” all’interno delle strutture di reclusione.

Il problema semmai è l’esistenza di istituzioni totali di reclusione e annientamento quali sono le carceri e i CPR, con il loro portato di violenze, umiliazioni, abusi e morte.

Galere e CPR sono accumunati dall’uso di metodi “soft” come la somministrazione di farmaci, spesso all’insaputa dei detenuti o in dosi sproporzionate, utili alla sedazione di quegli individui più inclini a rivoltarsi.

Non ci stanchiamo di ripetere che tutto questo è materialmente realizzabile non solo grazie alla locale Prefettura, all’esercito e alle varie guardie in tenuta antisommossa sempre pronte a picchiare duro ad un fischio dei secondini-operatori della Cooperativa EDECO (ormai con tre morti nel pedigree, non si dimentichi Sandrine Bakayoko morta a Conetta nel 2017), ma anche grazie agli/le infermeri/e, alle operatrici legali, e tutti quei collaboratori indispensabili al funzionamento del lager.

Infine due parole sulla cosidetta Garante comunale dei detenuti Giovanna Corbatto: la notizia della sua visita al CPR viene diffusa su tutti i media diversi giorni prima della data da lei concordata con la Prefettura, quando – dato il suo ruolo – sarebbe potuta entrare nel CPR senza preannunciarsi, verificando così meglio le reali condizioni del campo. Di sicuro in questo modo non potrà vedere il sangue che ricopriva il cuscino e il pavimento vicino al letto sul quale è morto l’uomo albanese, e che i suoi compagni di cella volevano fosse visto, come non potrà vedere molti altri particolari non ripresi dagli “occhi” della videosorveglianza.

Ai rinchiusi/e va la nostra solidarietà.

Che i muri di tutti i CPR possano cadere!

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Quello che sappiamo del ragazzo morto a Gradisca – video

Riceviamo e diffondiamo:

Quello che sappiamo del ragazzo morto a Gradisca – video

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MORTE NEL CPR DI GRADISCA

Riceviamo e diffondiamo la notizia della seconda morte nel CPR di Gradisca.

Ci dicono che un ragazzo albanese è rimasto senza vita e che un ragazzo marocchino al momento è ricoverato in terapia intensiva nell’ospedale di Gorizia. Circolano varie versioni dei fatti.

Durante il primo pomeriggio ci sono state rivolte nella zona rossa del CPR; la notizia della morte si sta diffondendo tra le varie zone della struttura, da dove ci raccontano che nella zona rossa è stato bruciato un materasso.

Nella zona blu, quella dove si trovavano i due ragazzi, sono stati sequestrati tutti i cellulari.

Quello che sappiamo con certezza è che, dopo solo sei mesi dalla morte di Vakhtang, un’altra persona ha perso la vita all’interno di questa atroce struttura.

CHE TUTTI I CPR CHIUDANO SUBITO!!!

(Di seguito un video-testimonianza giuntoci dall’interno qualche ora fa)

Diffondete il più possibile!!

https://www.facebook.com/nocprfvg/

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Violenza nel CPR: manganellate, autolesionismo e censura – video

Riceviamo e diffondiamo:

Ciao a tutt*,

scriviamo per comunicare che al CPR di Gradisca nell’ultima settimana ci
sono stati dei pesanti atti di autolesionismo che, secondo quanto ci
raccontano, sono seguiti ad un pesante sopruso. Da quanto ci raccontano
quest’episodio ha portato a delle conseguenze fisiche per la persona
coinvolta che durano tutt’ora, nel silenzio dei media.

Invitiamo quindi tutt* ad una diffusione di questa notizia:

https://nofrontierefvg.noblogs.org/post/2020/07/12/ordinaria-violenza-del-cpr-manganellate-e-autolesionismo-video/
https://www.facebook.com/nocprfvg/photos/a.510550989419235/929065827567747/

Assemblea no CPR no frontiere

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Carcere di Udine – Astensione dal vitto scadente

Riceviamo e diffondiamo:

Buongiorno,
diamo diffusione di una nuova lettera giunta alla casella postale “Ass. Senza Sbarre” (cp 129 – 34121 Trieste) e firmata da 22 detenuti, i quali desiderano che essa venga divulgata con la ricezione più ampia.
Ci siamo riservat* di rivelare i nominativi ed altri dettagli che potrebbero permettere di risalire alla identità dei detenuti in protesta, all’unico fine di tutelarne, per quanto possibile, l’incolumità.
A nostro parere è un documento importante principalmente perché testimonia di uno spirito vivo di iniziativa, collettiva e autonoma, di alcuni prigionieri. Per questo crediamo che meriterebbe di essere portato a conoscenza non solo di militanti e interessat*, ma di un più ampio pubblico. Grazie

Cordiali saluti

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione

Udine-Trieste, 9 luglio 2020

 

Udine, giugno 2020

Alla attenzione dell’Associazione “Senza sbarre”

Noi detenuti del carcere di via Spalato […] dichiariamo che è da mesi che ci lamentiamo per la piccola quantità di cibo che viene distribuita, e anche, altra cosa grave, che alcuni di noi hanno portato in visione all’ispettore di turno cibo crudo, cibo scaduto e maleodorante.
Non solo: alcuni detenuti hanno trovato nel loro piatto di spinaci e gnocchi anche scarafaggi morti. Tutto questo lo lamentiamo da mesi, e anche veniva portato in visione il mangiare scaduto e avariato ad un ispettore di turno, e lui lo segnalava anche, ma continua tutt’ora lo stesso; addirittura persone che hanno avuto problemi alla pancia, chi vomito ed alcuni, più fortunati, si astengono al ritiro del vitto. Ma chi non può purtroppo farlo, deve avere la fortuna di farcela, quanto meno avere culo, che alcune volte [il vitto] arriva in condizioni discrete, ma sempre cibo scaduto e con forti odori, tipo pesce, uova, e sughi con pasta cruda, e sughi non cotti bene.
Purtroppo tanti di noi abbiamo reclamato ed alcuni non ritirano più il vitto, poi troviamo fuori dalle porte della cucina molti scarafaggi, che vengono poi anche trovati negli spinaci e nelle zuppe di verdura.
Poi i continui nidi di scarafaggi, formiche, piccoli topi e addirittura scorpioni, che fuoriescono dai lavabi, bagno, wc, doccia. Siamo invasi da ogni forma di insetti che portano malattia, non c’è igiene nelle celle, sono muri sporchi, bagni con muffa e privi di aerazione, non c’è sanificazione di nessun genere, gente malata che ha problemi igienici sanitari. […]

Seguono 22 firme

[…]
Noi siamo quelli che aderiamo con voi
[…]
Gli amici di via Spalato
[…]
Grazie

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SCIOPERO DELLA FAME, AUTOLESIONISMO E TENTATE RIVOLTE NEL CPR DI GRADISCA

Loro mi hanno cambiato la vita e la testa. Ti fanno andare fuori di testa. Rovinano la gente, ti fanno cose brutte […]. Vedo alla telecamera mia madre e piange, la mia compagna e piange, tutti stanno male per me. […] Vedo solo brutto ormai, faccio una cosa brutta, sono stufo, non ce l’ho più la forza”.

A parlare è un giovane ragazzo, chiuso nel CPR di Gradisca, papà di una figlia da 4 mesi che non è mai riuscito a vedere, non è nemmeno mai riuscito ad avere colloqui di persona con la compagna. Da 3 giorni è in sciopero della fame con altre persone nel CPR di Gradisca, chiedono la loro liberazione immediata, perché non c’è nessuna ragione per cui siano tenuti lì dentro. “Non voglio più mangiare, voglio morire, mi hanno fatto male per niente”, dice un altro. Le voci dei reclusi ripetono di stare male, di non avere indumenti per cambiarsi di essere trattati come ratti e raccontano dei continui autolesionismi e accessi in pronto soccorso. Stanno sempre chiusi in gabbia, al caldo, alcune volte ci sono dei piccoli incendi, come l’altro ieri sera, e questi vengono presto bloccati.

Dopo mesi di Covid i rimpatri sono fortunatamente ancora bloccati, ma posti atroci come il CPR di Gradisca continuano esistere. Dentro ci finisce chiunque capiti sotto tiro nel momento sbagliato, purché migrante e con problemi nei documenti. Tra le persone con cui abbiamo parlato c’è chi ci è capitato dopo essere andato in questura a sollecitare la residenza, chi perché ha ricevuto un controllo per strada , chi perché uscendo dal mese di prigione si trova una camionetta ad aspettarlo, a differenza dei compagni di cella italiani.

Storie il cui senso può essere visto solo nella macchina del ricatto usata per lo sfruttamento della mano d’opera migrante e di cui il cpr ne è un ingranaggio punta. Perché nel piccolo e nel personale di ognuna di queste storie, un senso logico non c’è. Benché si cerchi di dipingere i reclusi come criminali si tratta di persone che per sfiga vengono inviate ad impazzire nel CPR, un posto inaccettabile, inattaccabile, ignifugo, senza socialità, dove le persone vengono chiuse in gabbie senza poter uscire mai e dove spesso non gli rimane che tagliarsi letteralmente il corpo dal dolore. Se poi vengono anche davvero deportate nel paese d’origine, allora per molte, che ormai hanno una vita in Italia, nel migliore dei casi è come se un mondo intero gli crollasse addosso.

Giù le mura di tutti i cpr, che crollino le mura del cpr di Gradisca!!

La foto è recente, è il braccio di uno dei detenuti nel cpr di Gradisca, una delle tante braccia tagliate lì dentro.

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Lettera dal carcere di Udine

Riceviamo e diffondiamo:

LETTERA DAL CARCERE DI UDINE
Mentre vi inviamo le seguenti righe – che a nostro parere sono degne di
essere diffuse, perché forniscono una visione, semplice e schietta, di quale
sia la realtà di chi ha la sventura di trovarsi nelle mani del Ministero di
Giustizia in periodo di pandemia – giunte alla nostra casella postale qualche
giorno fa, abbiamo saputo che due di noi sono sotto procedimento penale per
«istigazione a delinquere» e «diffamazione», accuse rivolte anche sulla base
di interventi al microfono e di un’intervista rilasciata alla web radio
“Radiazione”, in occasione di un presidio sotto il carcere di Udine, nel
dicembre scorso .
Queste accuse rispecchiano l’attualità della vocazione autoritaria contenuta
nelle norme del vigente codice penale fascista, come anche nel precedente
ordinamento liberale: strumenti sempre utili nel tentativo di criminalizzare il
dissenso e le lotte e, in poche parole, di provare a fermarle con procure,
tribunali, multe e carceri.
Ribadiamo semplicemente che queste intimidazioni non ci fermano nel dare
voce ai prigionieri.
Assemblea permanente
contro il carcere e la repressione
Udine-Trieste, maggio 2020
––––––––––––––––––––––––––––––
Ciao amici,
[…] In quanto al resto, alcuni giorni fa ci hanno fatto il tampone, uno solo,
e dopo alcuni giorni un sovrintendente dell’istituto annunciava al microfono
che eravamo tutti negativi al tampone… E non solo:
circa 15 giorni fa un
detenuto, che però non si è visto, era in isolamento perché si pensava
dai sintomi che avesse il virus. E poi un detenuto ha visto arrivare
un’ambulanza, cioè operatori del 118 con il camice, e portare via questa

persona, che però noi non sappiamo chi fosse.
Qua ci nascondono tutto. Anche per paure di rivolte e comunque volevo anche
dirvi che, al di fuori delle 2 ore alla mattina e delle altre 5 ore il pomeriggio,
cioè dalle 13.00 alle 15.00, dalle 15.00 alle 17.50, dopodiché il restante delle
ore siamo chiusi.
Questo di essere chiusi in cella è già da 30 giorni, subito
dopo il giorno che succedette la rivolta. Trovo ingiusto che ancora da
allora tutti siamo rinchiusi in questi piccoli spazi di pochi metri quadri.
[…] Nella cella, di pavimento calpestabile abbiamo 90 cmq, meno della
distanza di sicurezza.
[…]
Sono prigioniero di questa cupola di bugiardi in cerca di istigarti a farti
morire
[…]
Qua non funziona nulla, è una cupola tra avvocati, giudici, magistrati,
assistenti di alto grado. La comandante bugiarda, la direttrice non si è vista
mai, lo stesso per la dirigente sanitaria […] completamente sparita, non più
vista. Dovete aiutarci e aiutarmi spingendo, pubblicando come avete sempre
fatto su tutti i media. La devono smettere di abusare, maltrattare, solo perché
hanno una divisa e perché, essendo qua dentro, nessuno viene a conoscenza
di cosa succede, e di come siamo sistemati in cella, e come si conservano il
loro stato.
[…]
Il magistrato di sorveglianza di Udine […] e il […] giudice di sorveglianza
di Trieste devono passarsi una mano sulla propria coscienza e fare
uscire le persone, non farle loro prigioniere. Qua la maggior parte dei
detenuti sono di piccoli reati, poi se hanno i requisiti falli uscire.
Bisogna che voi mi aiutate a segnalare che il personale è stato
contagiato, un medico, un assistente, e poi ho sentito di un detenuto
contagiato di Covid-19. Qua ci nascondono tutto, ci tengono all’oscuro.
[…] Da qua non è uscito nessuno con il decreto: un solo detenuto.
Tenetemi aggiornato. Vi abbraccio
Carcere di Udine, aprile 2020
Firma

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Nicole ed Elena dal carcere di Piacenza

Condividiamo una lettera dal carcere di Nicole ed Elena, due delle persone arrestate la settimana scorsa a Bologna in una spudorata operazione repressiva di cui abbiamo parlato qualche giorno fa.

Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio, Martino, Otta, Angelo, Emma, Tommi liber* subito!!!

Lettera pervenuta alla Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali

Carcere di Piacenza, 15 maggio 2020

Grazie a tutti voi!

Grazie per il kit di buste e bolli!

Io (Nicole) ed Elena siamo in AS3. Siamo arrivate alle 11.30 circa del 13 Maggio, dopo un primo passaggio in una tenda posta esternamente per misurare la temperatura corporea alle nuove detenute, siamo state messe in isolamento sanitario per 15 giorni (celle singole ma adiacenti). Non possiamo accedere alla palestra e alla biblioteca, dopo che c’eravamo state per 2 giorni, causa emergenza Covid e nostro isolamento. Dopo tale misura non saremo più potenziali veicoli di infezione… dopo una nostra incazzatura ci hanno dato 4 libri e ci stanno preparando il regolamento interno (è dall’ingresso che lo chiediamo)… vedremo.

Abbiamo 2 ore d’aria al dì, da fare separatamente dalle altre sempre per emergenza Covid e quindi le facciamo assieme (con mascherina) alle 12-13 e 15-16.

Come saprete qui c’è anche Natascia che al momento riusciamo a vedere solo di striscio quando attraversiamo il corridoio, ma i suoi sorrisi sono stati e sono fondamentali. Speriamo di poterla abbracciare presto. Oggi abbiamo avuto l’interrogatorio e ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere. Eravamo in videoconferenza insieme a tutti gli altri.

Lunedì vedremo gli avvocati. Di ieri la notizia che dal 19 c.m. al 30/06 riprenderanno i colloqui visivi e saranno mantenuti i colloqui via Skype.

Questa operazione (che ci pare aver capito chiamata “RITROVO”?) ha quali capi di imputazione l’ormai noto 270 bis e 270 bis1 (aggravante) per 11 su 12, istigazione a delinquere tramite articoli, volantini e manifesti con l’aggravante dell’uso di strumenti informatici – Tribolo.noblogs.org e la piattaforma roundrobin.info -; danneggiamento di un Bancomat BPER nel corso di una manifestazione non autorizzata il 13/02/2019; imbrattamento e deturpamento con vernice spray su edifici a Modena e Bologna con scritte comparse dal dicembre 2018 ad oggi per tutti. Incendio, per uno degli imputati più altri allo stato da identificare, ai ponti ripetitori delle reti televisive in via Santa Liberata (Bo) nella notte tra il 15 e il 16/12/2018.

Che dire?… “la commissione dei reati – fine […] non è necessaria” (cit. pag.21 ordinanza)… forse l’ennesimo tentativo dopo Outlaw e Mangiafuoco – finite in una bolla d’aria – di chiudere la bocca a chi “odia gli sfruttatori” (cit. pag.20 ordinanza)? E cosa più importante non ne fa un mistero ma lo urla al mondo. L’ordinanza porte il timbro del 6 marzo. Ci chiediamo se questi miseri esseri senza qualità abbiano deciso di rimandare il nostro arresto al 13 Maggio per risparmiarci l’ingresso in carcere nel pieno dell’emergenza Covid19 o se lo abbiano fatto per evitare in quel periodo ulteriori presenze scomode e ribelli nelle gabbie di Stato. La risposta viene da sé. Medici e guardie, fusi in un corpo unico qui come altrove, si rivendicano la loro «scelta di vita». I medici in particolare, incalzati dalle nostre domande provocatorie sul loro ruolo durante la prima visita, hanno fieramente sostenuto di svolgere il loro lavoro per la tutela della salute delle persone in galera.

A conti fatti, visti i morti e i malati di e in carcere, non possiamo che concludere e urlargli in faccia che il loro lavoro lo fanno decisamente male nonché in completa armonia con le guardie.

Non può esistere in luoghi del genere, la tutela della salute delle persone, per ciò che questi luoghi sono e rappresentano. L’unica sicurezza è la libertà per tutte e tutti.

Volevamo ringraziare tutte quelle persone che ci hanno fatto sentire la loro vicinanza con i telegrammi, tanti; forse dall’esterno sembra una sciocchezza ma qui ci hanno scaldato il cuore e lo spirito. Il nostro pensiero va, in primis, a Stefy poiché è l’unica tra noi sola nel carcere di Vigevano e a tutti i nostri amici e compagni di lotta a Ferrara e Alessandria, a quelli raggiunti da obbligo di dimora nel Comune di Bologna e alle compagne e ai compagni fuori che continnuano a lottare insieme a noi.

Nicole e Elena

 

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Sulla repressione a Bologna/solidarietà

Riceviamo e inoltriamo da Assemblea No CPR no Frontiere FVG

https://nofrontierefvg.noblogs.org/post/2020/05/15/potrebbe-colpire-chiunque-agire-diventa-autodifesa/

POTREBBE COLPIRE CHIUNQUE: AGIRE DIVENTA AUTODIFESA

Solidarietà e cassa resistenza

Mercoledì 13 maggio l’operazione “Ritrovo”, coordinata dalla procura di Bologna, ha incriminato diverse persone tra Bologna, Firenze e Milano: 7 di loro sono state arrestate in custodia cautelare e senza processo, altre 4 hanno ricevuto misure cautelari alternative. Si tratta di compagne e compagni che, come noi, si oppongono a frontiere e CPR e credono che attraverso l’azione si possa creare un mondo solidale, senza più persone oppresse e sfruttate.

Al Tribolo, spazio bolognese preso di mira dall’operazione, ci siamo state anche noi e lì, come in tanti altri luoghi, abbiamo potuto conoscere compagne attive nella lotta ai CPR di altre città.

L’operazione repressiva che ha portato alle misure cautelari, condotta dal Ros (!) e dalla procura antiterrorismo di Bologna (!!) è atroce, di una franchezza inaudita e pericolosa per la libertà di tutte e tutti.

È atroce perché utilizza le leggi antiterrorismo per terrorizzare la società, criminalizzando chiunque tenti di reagire alle ingiustizie. Rappresenta il quinto tentativo in poco più di un anno di raggruppare sotto il pesantissimo 270bis CP (associazione con finalità di terrorismo o di eversione), ormai sventolato con una disinvoltura preoccupante, iniziative, manifestazioni, diffusioni di critiche e azioni. Portare solidarietà e supporto agli/le ultim* con costanza e determinazione è diventata ragione sufficiente per essere accusate di “terrorismo”: ormai viene accusat* chiunque porti avanti pratiche coerenti di pari passo con analisi di critica radicale dell’esistente.

Le compagne e i compagni, tra le altre cose, vengono accusat* “di contrastare anche mediante ricorso alla violenza le politiche in materia di immigrazione”, di mettere in atto azioni volte a “contrastare e impedire l’apertura dei Centri Permanenti [?] di Rimpatrio”: ma noi sappiamo bene che chi pratica davvero violenza e terrorismo è chi rinchiude le persone in strutture come i CPR, imprigionate per mesi in attesa della deportazione, ammassate in condizioni intollerabili, spesso picchiate, talvolta lasciate morire o ammazzate.

L’operazione è inoltre spudoratamente franca, tanto che nelle stesse carte compare la ragione dell’operazione: “l’intervento [..] assume una strategica valenza preventiva volta ad evitare che in eventuali ulteriori momenti di tensione sociale, scaturiti dalla particolare descritta situazione emergenziale possano insediarsi altri momenti di più generale “campagna di lotta antistato […]”. In breve, lo Stato rinchiude coloro che potrebbero partecipare attivamente ad atti di ribellione contro di esso.

E perciò diventa estremamente pericolosa per la libertà di tutte: se basta questo, ci chiediamo, chi saranno le prossime e i prossimi?

Approfittando del totalitarismo di fatto creato “per la nostra salute”, lo Stato di diritto si è tolto la mascherina democratica per attaccare apertamente i suoi oppositori politici; la famigerata libertà di espressione e di opposizione con la quale, fino a ieri, si è riempito la bocca, viene messa da parte senza fatica. Se non reagiamo, ciò che è successo ieri potrebbe rappresentare uno spaccato dei prossimi tempi; potrebbe risuccedere a chi deciderà di scendere in strada per opporsi alle ingiustizie, per non far pagare la crisi che verrà alle fasce più povere o per creare legami solidali.

Esprimiamo solidarietà e calore alle compagne e ai compagni, repress* per aver lottato senza delega e mediazioni contro le istituzioni e le strutture dello sfruttamento e dell’oppressione.

Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio, Martino, Otta, Angelo, Emma, Tommi liber* subito!!!

Stiamo raccogliendo in una cassa comune contributi da inviare per le spese legali cui dovranno far fronte le persone coinvolte in quest’ultima operazione: chiunque voglia e possa contribuire ci contatti sulla pagina facebook “no cpr e no frontiere – fvg”!

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Salute sessuale durante l’emergenza covid in Friuli.

Salute sessuale durante l’emergenza covid in Friuli.
A cura della Coordinamenta Transfemminista di Udine

In questo momento di estrema confusione e incertezza pensiamo sia fondamentale condividere informazioni chiare che riguardino la salute sessuale e l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza durante l’emergenza sanitaria COVID-19.

Per quanto riguarda il Friuli centrale e occidentale la notizia più importante è che gli ospedali di Udine, Pordenone, San Vito al Tagliamento e Tolmezzo GARANTISCONO L’IVG (ABORTO) e che sicuramente il consultorio pubblico di Udine (gratuito) e l’AIED di Pordenone (a pagamento) restano aperti in tema di accesso alla contraccezione/visite urgenti/e procedura ivg.

Anche l’ospedale di Monfalcone e quello di Trieste garantiscono il servizio, in quest’ultimo, sicuramente, sia chirurgico che farmacologico.

Qualche info in più su ivg e sui consultori a Trieste e nell’isontino sulla pagina delle compagne triestine:
https://www.facebook.com/nonunadimenotrieste

Abbiamo deciso di redarre una lista di domande e risposte che potrebbero “coprire” le esigenze di tuttx.

Scarica l’opuscolo a questo link , stampalo e appoggialo dove pensi possa essere utile!
La versione on line si trova qui di seguito!

schiaccia per scaricare l’opuscolo

Se non è così non esitare a contattarci e dirci cosa manca

Ci siamo occupate di Udine e Pordenone perchè sono le zone in cui risediamo o siamo più attive.

Se provenite da altre zone, niente panico le compagne di Obiezione Respinta stanno monitorando lo stato dei servizi di ivg in tutta italia! —> vedi qui https://obiezionerespinta.info/telegram/

E se” sono incinta…che fare? breve guida di sopravvivenza al panico ginecologico al tempo del Covid!

Istruzioni per la lettura.

* Le informazioni che seguono fanno riferimento esclusivamente al

Consultorio pubblico del distretto Sanitario
via San Valentino 18 (terzo piano ala sinistra)
per quanto riguarda
Udine
Telefono: 0432 553800

e al

Consultorio AIED
via del Fante 26
per quanto riguarda
Pordenone
Telefono: 0434 366114

Salvo dove indicato diversamente, le informazioni sono valide per entrambi i consultori.

* Le notizie che seguono sono specifiche per gli ospedali della città di Udine Santa Maria della Misericordia, piazzale Santa Maria della Misericordia 15 e l’ospedale di Pordenone “Santa Maria degli Angeli”, via Montereale 24.

* Per qualsiasi problema/rettifica/aggiunta ci puoi scrivere a questo indirizzo:

coordinamentatransfemministaudine(chiocciola)autistiche.org

1. In quali ospedali è garantita l’IVG (Interruzione volontaria gravidanza) in Friuli Venezia Giulia?

L’IVG è garantita sicuramente nell’ospedale di Udine, Tolmezzo, Pordenone, San Vito, Monfalcone e Trieste.
Oltre a quella chirurgica l’interruzione farmacologica è possibile presso gli ospedali di Tolmezzo, Pordenone, San Vito e Trieste purchè sia fatta entro la settima settimana di gravidanza.

Degli altri ospedali non siamo a conoscenza. Se hai informazioni contattaci!

2. Non mi è venuto il ciclo ho paura di essere incinta, cosa devo fare?

Hai due opzioni: comprare un test in farmacia o chiamare il consultorio, spiegare l’urgenza e prendere appuntamento.

3. Ho appena scoperto di essere incinta e non voglio proseguire con la gravidanza cosa devo fare?

Chiama il consultorio e richiedi una visita urgente. Se la tua intenzione sarà quella di interrompere la gravidanza, verrai seguita in tutte le varie fasi.

4. Ho appena scoperto di essere incinta e non sono sicura di voler proseguire con la gravidanza. Con chi ne posso parlare?

Chiama il consultorio e spiega la tua situazione: ti sarà garantita una consulenza psicologica per via telematica.

5. Non voglio andare al consultorio ma voglio parlare direttamente con l’ospedale, come posso fare?

UD: ci si può rivolgere direttamente in ospedale chiamando il numero 0432 559695 o, per parlare direttamente con unx medicx, 0432 554202 . Se si è già in possesso di tutte le carte (ecografia, certificato medico, tessera sanitaria) si può prenotare l’intervento di persona al piano 1 del padiglione 6 dell’ospedale di Udine.

PN: bisogna comunque passare per il consultorio per richiedere il certificato.

6. Non ho la tessera sanitaria perchè non ho i documenti “in regola” o sono una persona senza fissa dimora ma voglio abortire, ovvero fare un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), cosa devo fare?

Puoi rivolgerti al consultorio pubblico di Udine per iniziare la procedura (la visita per ottenere il certificato medico), ma anche per visite urgenti (vedi punto 10 e 11 qui sotto). In ogni caso puoi abortire in tutta la regione (come da punto 1) ma avrai bisogno del codice “Stranieri Temporaneamente Presenti (STP)”. Se non ce l’hai già, chiedi se ti può venir rilasciato in consultorio durante la prima visita o in ospedale al momento della prenotazione.
Sappi che per ottenere il codice STP non sei mai tenuta a mostrare un tuo documento di identità, ma solo a dire a voce nome cognome nazionalità e anno di nascita. Il personale sanitario non può segnalarti alla Polizia.

** Per quando la pandemia finirà, ti ricordiamo che otterrai sempre il codice STP in caso di urgenze al pronto soccorso.
Per accedere alle altre cure gratuite,quindi senza dover pagare il ticket (in gravidanza, salute genitale, vaccini, cure per i minorenni, HIV/AIDS, tubercolosi e altre malattie infettive) potrai avere l’STP rivolgendoti all’ospedale di Udine, Ufficio Stranieri chiamando lo 0432 552306/559217/552236.
Sono aperti da lunedì a venerdì, dalle 09.00 alle 12.00.

Per quanto riguarda Tolmezzo, Gemona, Codroipo e San Daniele, il codice STP viene rilasciato dagli Uffici Anagrafe Sanitaria dei Distretti. Qua trovi i numeri di telefono a cui suggeriamo di chiamare in mattinata dal lunedi al venerdi
https://asufc.sanita.fvg.it/export/sites/asufc/it/documenti/distretti_exAASS3_sospensione_servizi_23mar.pdf

Per Pordenone, puoi chiamare il Consultorio pubblico di via de Paoli 21 ogni mattina dal lunedi al venerdi allo 0434 237880.
Ricevono le persone senza documenti il venerdi mattina dalle 9.30 alle 11.30 https://asfo.sanita.fvg.it/it/servizi/ambulatorio_immigrati.html

Se ci sono problemi scrivici!

7. Sono minorenne devo farmi autorizzare dai miei genitori per chiedere un incontro al consultorio?

Il consultorio è a disposizione di minorenni senza necessità di autorizzazione genitoriale.

8. Mi manca solo l’ecografia e i tempi di attesa sono enormi, ma i termini per fare l’ivg sono in scadenza cosa devo fare?

Chiama il consultorio e spiega la tua urgenza. Al consultorio pubblico è tutto gratuito.
Se i termini per procedere con l’ivg sono in scadenza, in ospedale ti fanno l’eco in via del tutto eccezionale, chiedi informazioni su come fare dove autonomamente prenoti l’intervento.

9. Mi faranno il tampone per il Covid 19 prima dell’intervento?

Il tampone per il Covid 19 viene fatto sempre prima di ogni intervento chirurgico. Stanno decidendo in questi giorni se farlo sempre ANCHE per l’IVG (per il momento é il medico che valuta caso per caso l’opportunità o meno di eseguirlo)

Info del 09/04/2020

10. Non ho lavoro e non posso pagarmi visite private o ecografie etc cosa devo fare?

Al consultorio pubblico verrai seguita gratuitamente e non ci sono tempi di attesa, nel senso che tutto verrà fatto nei termini in cui è possibile procedere con l’ivg (90 giorni dal primo giorno dell’ultima mestruazione).

11. Avrei bisogno della ricetta per la pillola anticoncezionale. Chiedo al medico di base?

In questo periodo, la scelta migliore è quella di rivolgersi al consultorio dove è possibile farsi prescrivere la ricetta per la pillola, che può essere recapitata via email o ritirata in forma cartacea. Nei consultori di Udine e Pordenone è inoltre garantita l’applicazione della spirale intrauterina (IUD), qualora si necessitasse un altro metodo anticoncezionale. Se abiti in località della provincia di Udine e Pordenone, sappi che puoi comunque rivolgerti presso il consultorio del rispettivo capoluogo e, nel caso venga valutata la necessità di una visita, far valere nell’autocertificazione lo spostamento per motivi di salute.

12. Avrei bisogno di una visita ginecologica in questi giorni, posso farla?

In consultorio sono sospese le visite ginecologiche di controllo. Se hai problemi di salute (es. bruciori, pruriti, ecc.), sentiti libera di chiamare il consultorio e spiegare loro la situazione. Nel colloquio deciderete come gestirla.

13. E se ho avuto un rapporto penetrativo eterosessuale non protetto?

Per impedire la gravidanza, puoi far ricorso alla contraccezione d’emergenza, che non richiede un certificato medico.
Secondo una nostra inchiesta a Udine, c’è un unica farmacia che fa obiezione ed è la Farmacia Favero, in viale Giuseppe Tullio 11, Udine (EVITATELA).
Tutte le altre hanno a disposizione sempre (o la fanno arrivare in tempi rapidissimi) sia la Norlevo (la pillola da assumere al più tardi entro 72 ore dal rapporto) che la Ellaone (quella da assumere al più tardi entro 5 giorni).

 

 

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SCIOPERO DELLA FAME E ARRIVO DEL CORONAVIRUS ALL’INTERNO DEL CPR DI GRADISCA

Aggiornamento rispetto a quanto riportato sotto: i detenuti sono ora al corrente dell’arrivo del virus all’interno del cmpo; i contagiati oggi (26 marzo) riusultano essere 2.

Il veloce evolversi della situazione all’interno del lager di Gradisca ci riporta a stretto giro a dover riportare quanto succede dentro, essendo stato accertato il primo caso di contagio da Coronavirus nel campo. A confermare la notizia il Prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello, lo stesso individuo che qualche settimana fa, in merito alle fughe – alcune fortunatamente andate a buon fine – di alcuni internati nell’ex-caserma Polonio, aveva parlato di “allontanamento volontario” da un semplice centro di “detenzione amministrativa”; lo stesso che da subito si era prodigato a dichiarare che Vakhtang Enukidze fosse morto in seguito ad una rissa fra detenuti.

Al momento alcuni dei reclusi lamentano tosse e dolori al petto, da giorni chiedono visite mediche ma non viene loro permesso di farsi visitare. Molti, come abbiamo già raccontato nelle ultime ore, sono al terzo giorno di sciopero della fame chiedendo la loro liberazione e per paura di ingerire cibo avariato e del contatto forzato con operatori e guardie potenzialmente infette.

Ma ancora più grave è il fatto che siano tenuti completamente all’oscuro della presenza di un internato risultato positivo al virus.

Nei campi di concentramento per senza-documenti lo Stato non ha nemmeno bisogno di sospendere i colloqui agli ultimi degli ultimi come ridicola misura di contenimento del contagio, visto che non ne hanno nemmeno diritto, come invece ha fatto nelle carceri (come se guardie e operatori non possano essere potenzialmente infetti, mentre i parenti sì). Qui prova a non far circolare la notizia all’interno del campo stesso, contando probabilmente sulla complicità di operatori-secondini (in questo caso quelli della coop Edeco, la cooperativa che gestisce il CPR di Gradisca).

Già diversi casi sono avvenuti all’interno dei carceri (Brescia, Milano, Pavia, Modena, Lecce…) e in una trentina di questi sono scoppiate vere e proprio rivolte, sedate con pestaggi e trasferimenti di massa e 15 morti, “per lo più” di overdose dice lo Stato. Questi e i loro compagni chiedevano di essere liberati per limitare la diffusione del contagio in carceri sovraffollate.

Lo stesso che chiedono anche i reclusi del CPR gradiscano in queste ore, costretti in 6 per gabbia, a mangiare cibo avariato, a vedersi costantemente negate le visite mediche, continuamente minacciati da guardie sempre pronte a pestarli ai fini del “mantenimento dell’ordine interno”. Il richio di diffusione repentina del virus all’interno è un rischio concreto, a Gradisca come in tutti i lager del paese. Non ci importa sapere nè discutere se i CPR sono attrezzati o meno per gestire eventuali contagi al loro interno, l’adeguatezza o meno di visite e cure mediche. Non li critichiamo per questo. Vorremmo vederli ridotti a cumuli di macerie per il fatto di essere luoghi di umiliazione e privazione della libertà di individui non in possesso di un “regolare” pezzo di carta, in attesa di essere riportati con la forza alle condizioni di sfruttamento e miseria da cui sono fuggiti, perchè all’italico sfruttamento non servono più.

TUTTI E TUTTE LIBER* SUBITO

FUOCO AI CPR, FUOCO ALLE GALERE

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URGENTE: RICHIESTA DI AIUTO DAL CPR

LO SCIOPERO DELLA FAME CONTINUA E SI ESTENDE NEL CPR DI GRADISCA.

Arriva la RICHIESTA DI AIUTO dal CPR di Gradisca di diffondere il più possibile le volontà dei reclusi in sciopero.

Chiediamo quindi aiuto a tutt* per una massima diffusione.

Oggi, 25 marzo, continua lo sciopero della fame nel CPR di Gradisca, alcuni detenuti sono al terzo giorno senza mangiare. Ieri sono stati raccolti i nominativi di alcuni di loro, ma per ora non hanno ricevuto alcuna visita medica.

Lo sciopero si è ora esteso, le stime attuali sono di circa 50 detenuti in sciopero. Rispetto ai motivi della protesta comunicati ieri (cibo avariato che crea problemi intestinali e assenza di saponi e ricambi di vestiti), oggi si fa più forte la richiesta di essere liberati.

I reclusi ribadiscono di non essere né animali né criminali, di essere stati messi nel CPR a causa di problemi con i documenti che non possono risolvere stando chiusi nel CPR. Dichiarano che il CPR è ancor peggio di una prigione e che, se il virus entra, si ammalano tutti. Hanno paura, nel caso si ammalassero, che nessuno li aiuterebbe e li lascerebbero morire lì. I reclusi inoltre hanno smesso di mangiare anche per la paura che il cibo sia infetto poiché sia le guardie della struttura sia i lavoratori, che consegnano il cibo sotto le sbarre delle gabbie, escono ed entrano dal centro e potrebbero essere portatori del virus.

I reclusi sanno che altrove ci sono CPR che hanno chiuso e chiedono di essere rilasciati anche loro per poter tornare nelle loro case.

La richiesta a chi è fuori è di aiutare a che le volontà della loro protesta siano ascoltate.

Come assemblea no cpr, chiediamo che tutt* facciano qualcosa.

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URGENT: HELP REQUEST FROM THE CPR

THE HUNGER STRIKE CONTINUES AND EXTENDS IN THE CPR OF GRADISCA.

SOS: THE HUNGER STRIKE CONTINUES AND MORE PEOPLE JOIN IT

The HELP REQUEST from the Gradisca CPR is to spread as much as possible the will of the detained people on strike.

Therefore we ask everyone for help for maximum diffusion of this message.

Today, March 25, the hunger strike continues in the Gradisca CPR, some of the people are on the third day without eating. Yesterday some of their names were collected but so far they have not received any medical examination.

The strike has now extended, current estimates are of roughly 50 people on strike. The demands to be freed are made stronger to the complaints declared yesterday (rotten food that creates intestinal problems and the absence of soaps and clothes).

The people in the CPR reiterate that they are neither animals nor criminals, that they have been placed in the CPR due to problems with the documents that they cannot resolve by being closed in the CPR. They declare that CPR is even worse than a prison and that if the virus enters they all get sick. They are afraid that nobody would help them and would let them die there. The detainees also stopped eating also for fear that the food would be infected as both the guards of the facility and the workers, who deliver the food to them under the bars of the cages, leave and enter the center and may be carriers of the virus.

The people inside the CPR know that in other parts there are CPRs that have closed and ask to be released as well in order to return to their homes.

The request to those outside is to help the wills of their protest be heard.

As a non-cpr assembly, we ask to everyone to do something to help them.

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SCIOPERO DELLA FAME AL CPR DI GRDISCA

Ci arriva la notizia che diverse persone nella zona rossa del CPR di Gradisca sono in sciopero della fame da ieri, 23 marzo 2020.

Le motivazioni della protesta sono:

1. La pessima qualità del cibo, probabilmente scaduto, che sta provocando a tutti i detenuti problemi intestinali da giorni ;

2. Le condizioni igieniche del Cpr e l’impossibilità di avere vestiti e lenzuola pulite e prodotti per l’igiene personale (come uno shampoo)

4. La paura per la diffusione, all’interno del centro, del Coronavirus: fino a 5 giorni fa, hanno continuato a portare dentro persone nuove, nonostante si fosse raggiunto il limite di capienza. Chiunque entri nel centro, compresi gli operatori e chi distribuisce il cibo, potrebbe essere portatore del virus.

5. La volontà di uscire dal CPR per poter tornare alle loro case

Per noi dell’Assemblea no CPR – no frontiere FVG, l’emergenza Coronavirus rende ancora più evidente come vivere dentro i centri di internamento, come anche all’interno di tutte le altre carceri,  sia insostenibile. Di fronte al rischio per la vita di centinaia di persone, di trattenute/i e di prigionieri/e, chiediamo la liberazione immediata di tutti i reclusi e le recluse nei CPR e nelle carceri.

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STOP AL PANICO Manuale di autodifesa legale

STOP AL PANICO
a cura dell’Associazione di Mutuo Soccorso

Uè ma perchè non mandate la posizione della taz su whatsapp?

Il nuovo telefono non c’ha la batteria cosa devo fare?

Perchè hanno tutt* le paranoie delle foto del corteo? Sono venut* pure bene…

Se volete finalmente delle risposte a queste domande, non potete non leggere Stop al Panico, seconda edizione del manuale di Difesa Legale che avevamo presentato qualche anno fa. Da sabato pomeriggio 29/02 disponibile alla Laboratori(A) dove si potrà approfondire direttamente con gli/le autori/trici, l’ Associazione di Mutuo Soccorso per il diritto di espressione!

Ma di che parla?

Polizie e tribunali: istituzioni selettive e discrezionali poste da un ordinamento a garanzia di sé stesso, per natura inclini a essere piegate a fare del dissenso un crimine. Una ricognizione ragionata nelle trame del processo penale, pensata per chi prende parte a manifestazioni di piazza e movimenti dal basso.

Nuova edizione aggiornata alle ultime novità legislative con approfondimenti inediti sull’autotutela digitale e sul ruolo delle tecnologie biometriche e genetiche.

 

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DOM 09/02 PARTE 2 : RYF presenta il suo ultimo album SHAMEFUL TOMBOY

ore 19.00  Aqueeritivo + R.Y.F in concerto!

maggiori info >>> https://affinitalibertarie.noblogs.org/2020/02/02/r-y-f-in-concerto-pomeriggio-di-autoproduzioni/

 

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Dom 09/02 PARTE 1: Autoproduzione di assorbenti mestruali lavabili

Come anticipato nel nostro post precedente è ora che la GEOGRAFIGA passi dalla teoria alla pratica.

DOMENICA 9 FEBBRAIO ORE 15.30
Pomeriggio di autoproduzione di assorbenti mestruali lavabili!

Durante questo laboratorio di 3 ore avrai la possibilità di imparare a cucire il tuo proprio assorbente lavabile.
Questi assorbenti possono essere usati per più di 3 anni riducendo fortemente l’impatto ambientale ed economico che i prodotti usa-e-getta provocano.
Gli assorbenti lavabili sono composti da cotone, flanella e uno strato impermeabile fatto di poliuretano laminato.
Alla fine del workshop il tuo assorbente sarà pronto per l’uso!
Se avete stoffe in cotone che non usate più (lenzuola, magliette, pantaloni,….) o vecchie lenzuola di flanella, portatele per utilizzarle.
Tutto il resto del materiale ve lo forniamo noi!

ATTENZIONE per questione di spazio e per poter seguire bene tutt*,  il numero massimo di partecipanti è di 8 persone. Scriveteci per farci sapere che ci siete! (affinitalibertarie(chiocciola)inventati.org)

L’attività è a offerta libera per rimborso materiali e andrà a rimpinguare cassa antirep triestina!

Finito il laboratorio ci sarà RYF in concerto di cui potrete leggere nella parte 2 di questo post oppure qui:

R.Y.F in concerto + pomeriggio di autoproduzioni

 

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R.Y.F in concerto + pomeriggio di autoproduzioni

DOMENICA 9 FEBBRAIO 2020  ORE 15.30
POMERIGGIO DIY OR DIE-REMO TUTT*!

LABORATORIO DI AUTOPRODUZIONE DI ASSORBENTI LAVABILI!

Succede così che si puo’ fare e allora facciamolo.
Al nostro pen’ultimo incontro di GEOGRAFIGA (qui) abbiamo parlato di ecomestruazioni e di alternative agli assorbenti o di combo di soluzioni per chi non puo’ usare questo o quello o si sente più sicur* così.
Sempre nell’ottica che condividere saperi (senza fondare poteri) e riappropriarsi di tecniche sono (alcune) chiavi per l’emancipazione da delega e capitalismo, impareremo a farci i nostri assorbenti lavabili o farli per altr* se non abbiamo le mestruazioni, ma ci piace imparare cose tutt* insieme in un pomeriggio di autoproduzioni.

Il laboratorio è ad offerta libera che andrà a rimpinguare la cassa antirep di Trieste.
Fateci sapere se venite scrivendo a affinitalibertarie(chiocciola)inventati.org

POI….

GRANDE RITORNO!!!!!!!!
ore 19.00
RYF (queer folk-rock)
presenterà il suo ultimo album
Shameful Tomboy

AQUEERITIVO VEGAN AS USUAL
solo per palati raffinati-zzimi :-)…

R.Y.F.: Shameful Tomboy è il nuovo album della songwriter queer folk-rock, in uscita il 18 ottobre per Dio Drone

Francesca Morello, in arte R.Y.F., si mette a nudo con il suo secondo album, Shameful Tomboy, in uscita per l’etichetta Dio Drone il 18 ottobre 2019, in CD, digitale e musicassetta a tiratura limitata. Come suggerisce l’artwork del disco, è sulla sua pelle che sono impressi i dieci nuovi brani che ne fanno parte, da lei scritti e suonati nel corso degli ultimi due anni. Continua a leggere

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