REPRESSIONE E BOTTE ORA AL CPR – AGGIORNAMENTI DEL 26 LUGLIO 2020

Al Cpr di Gradisca negli ultimi giorni ci sono stati altri incendi e molti dei reclusi hanno subito una repressione molto violenta. Uno di loro è stato allontanato per essere picchiato e ed è stato costretto a dormire su una rete di ferro senza materasso.

In seguito a questo ennesimo episodio di violenza da parte dei poliziotti, la quasi totalità dei reclusi delle zona Blu del Cpr, una cinquantina di persone, è entrata in sciopero della fame.

Ci raccontano che le f.d.o. hanno punito quasi tutti gli scioperanti con botte pesantissime: un ragazzo tunisino, in particolare, è stato portato all’ospedale e nel corso della mattinata sono arrivate almeno due ambulanze per altri detenuti a cui è toccata la stessa sorte.

Da quello che ci raccontano dall’interno del centro, le telecamere sono state oscurate, per non far rintracciare alcuna prova dei fatti, e le persone sono state portate in un luogo isolato prima di essere picchiate.

Riceviamo delle foto che testimoniano quanto accaduto, ma ci viene chiesto esplicitamente di non pubblicarle per non mettere in pericolo le persone coinvolte e per non far preoccupare ulteriormente le loro famiglie.

M., un ragazzo egiziano è stato picchiato dalle guardie in seguito agli incendi poi si è autolesionato per protesta.

Un altro ragazzo egiziano da due settimane soffre di un fortissimo mal di denti, ma non ha ancora ricevuto alcuna assistenza medica.

Ci raccontano poi che quando Orgest Turia è morto in CPR e H. è andato in terapia intensiva, i quattro compagni di cella e testimoni sono stati trattenuti in una stanza per 24 ore senza cibo. Uno di loro è stato buttato a terra e preso a calci perché aveva osato uscire dalla cella per andare in bagno senza chiedere permesso.

Recentemente, è diventato più pericoloso filmare quello che avviene dentro il CPR e inviarlo fuori.

In generale, i detenuti ci parlano di condizioni esasperanti e di trattamenti mai subiti, nemmeno in carcere, per chi di loro ci è stato. Molti di loro non riescono a dormire, né a mangiare. Gli incendi per protesta sono all’ordine del giorno e molti di loro finiscono per respirare molto fumo e stare male anche per questa ragione. Stando a quanto ci raccontano, le conseguenze per gli atti di protesta sono quasi sempre pestaggi da parte delle guardie del centro e vari atti intimidatori, tra cui denunce per resistenza a pubblico ufficiale o danneggiamento.

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