Parte il nostro laboratorio itinerante su consensualità e autocostruzione di strumenti per il piacere.

Dopo un lungo periodo di preparazione, pratica e teorica, siamo liet* di informarvi che la versione beta del nostro workshop di diy vegan sex toys è finalmente pronta a partire.

Laboratorio a partecipazione MISTA su consensualità e autocostruzione di strumenti per il piacere.

Quanto segue è una breve presentazione del nostro laboratorio per l’autocostruzione di sex toys vegani, ovvero con materiali di recupero che non siano di origine animale, e discussione sul consenso.

Consideriamo l’autoproduzione di sextoys un mezzo per sottrarre sempre di più la nostra vita/sessualità al mercato, e ci piace l’idea di darci da sol* saperi concreti.

Abbiamo scelto, per ora, l’autoproduzione di strumenti che vengono utilizzati soprattutto in pratiche sessuali BDSM (Bondage-Dominazione-Sado-Maso), perché il SM (Sado-Maso) è una delle esperienze più lucide e potenzialmente consapevoli di ragionamento sul consenso e di sua espressione pratica.

Quello che ci preme pero’ approfondire durante questo workshpop è soprattutto il concetto “base” di consenso, slegandolo da pratiche sessuali particolari.
L’idea che il consenso si debba manifestare/ascoltare solo in occasioni “speciali” è errata, come lo è pensare che un ascolto attivo dei/lle proprie partner e un farsi ascoltare sia qualcosa che “rovina” e toglie magia al sesso che sta o potrebbe avvenire.
Per questo ci piacerebbe discutere di cosa significhi questa parola per chi partecipa al laboratorio: come lo definiamo? quanta attenzione gli rivolgiamo nelle nostre vite?

Proprio perchè riteniamo il consenso un elemento imprescindibile per creare rapporti orizzontali, equi e potenzianti, nello spazio-tempo che apriremo nei nostri laboratari, tutt* i/le present* si devono assumere la responsabilit* di garantire a tutt* le/gli altr* di potersi esprimere “consensualmente”. Nessun* deve però sentirsi obbligat* a parlare.

Ognun* deve garantire agli e alle altr* il rispetto della riservatezza e il fatto che non verranno utilizzat* modi di comunicazione aggressivi o violenti: nessun* deve sentirs* giudicat* o attaccat*.

Per maggiori info sul workshop, co-organizzarne uno etc scrivete pure a
affinitalibertarie chiocciola inventati.org

Il primo appuntamento con il nostro workshop itinerante
sarà all’ INDE squat di Koper in Slovenia domenica 09 ottobre soon more newzzz!
http://www.indeplatforma.org/

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ROJAVA SER ÇAVA’ – ROJAVA NEGLI OCCHI

Contro la guerra turca all’esperienza di autodeterminazione e autogestione nei territori curdi, in solidarietà con la manifestazione nazionale e regionale del 24 settembre vi invitiamo mercoledì 28 settembre ad un incontro con un compagno, medico chirurgo di ritorno dal Kurdistan siriano che ci racconterà la sua esperienza di sostegno diretto.

in via Tolmezzo 87 alle ore 20.30 momento di socialità VEGAN e a seguire (indicativamente per le 21.00) inizio dell’incontro.

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Udine: solidarietà al popolo curdo

Udine: Anarchiche e Anarchici esprimono solidarietà al popolo curdo sui muri della città…

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SOLIDARIETA’ AL KURDISTAN 24/28 SETTEMBRE 2016

14344885_1763161393971989_7699524469613703546_nIn concomitanza con la manifestazione romana è stato organizzato, dal Coordinamento Libertario Regionale, anche a Udine un presidio in solidarietà con il popolo curdo che attualmente si sta battendo da un lato contro il fanatismo dell’isis e dall’altro contro il totalitarismo turco di Erdogan.

L’appuntamento è per:

sabato 24 dalle ore 16.00 alle ore 19.00

davanti alla stazione dei treni di Udine.

rojavasercavadefwebMercoledì 28 settembre alle ore 20.30 presso la nostra sede in via Tolmezzo 87, incontreremo un compagno medico chirurgo, che ci farà un report del suo viaggio nel Kurdistan siriano raccontandoci la sua esperienza diretta.

Buffet vegan per rompere il ghiaccio.

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Solidarietà contro la repressione sab 23/07

croppSabato 23 luglio alle 17 a Trieste in piazza Ortis ci sarà un presidio in solidarietà ad un compagno anarchico costretto ai domiciliari in città (ma in generale a tutte le persone colpite dalla repressione).

Oltre alla nostra solidarietà espressa in svariate occasioni, inoltriamo questo appello alla partecipazione per far sentire ai/alle nostre/i compagn* che siamo con loro e più in generale per non prestarci al gioco di chi vuole isolare chi alza la testa.

Ci vediamo a Trieste.

Qui la chiamata al presidio dal blog di alcunianarchici!

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Queer?

Testo del volantino che abbiamo distribuito all’ (A)QUEERITIVO

Queer

Che origine ha il termine queer?

Da http://www.archivioqueeritalia.com/about/queer/

Etimologicamente, le radici del termine inglese
queer possono essere rintracciate nel tedesco quer, a sua volta derivante dal latino torquere: il significato originario corrisponde quindi a “diagonale, obliquo” e si oppone perciò a quel che si presenta come “dritto” (in inglese straight). Nel XVI secolo viene utilizzato come aggettivo indicante una persona dallo stile di vita eccentrico, con il significato di “strano, inusuale, deviato, perverso”. Nel XIX secolo, l’aggettivo assume infine un’accezione denigratoria, divenendo un insulto rivolto alle persone omosessuali, soprattutto di sesso maschile, traducibile in italiano con “checca” o “frocio”.

Tra la seconda metà degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ’90 (nel periodo della crisi dell’AIDS), negli Stati Uniti la parola queer venne ulteriormente ridefinita, diventando uno strumento di autodeterminazione. Oggi chi si auto-definisce queer si presenta come soggetto eccentrico, che senza cercare di redimere la propria abiezione rivendica la libertà di praticare sesso e genere al di fuori delle norme della morale tradizionale.

La riappropriazione della parola queer avvenne allo stesso tempo ad opera dell’attivismo politico e della teoria accademica, con lo scopo di mettere in discussione non solo discorsi patriarcali ed eteronormativi, ma anche le tendenze assimilazioniste di alcuni movimenti gay e lesbici. A essere contestata è stata in particolare una concezione rigidamente binaria dell’identità sessuale, incapace di cogliere le sfumature esistenti tra il maschile e il femminile e le fluttuazioni del desiderio possibili tra eterosessualità e omosessualità.

Termine ombrello

Da quando è entrato in uso, il termine queer è stato un termine fluttuante, ma non per questo privo di significati contestualmente condivisi. Se, da un lato, la portata rivoluzionaria delle prospettive teoriche queer ha corroso dall’interno categorie d’identità stabili, dall’altro, il ricorso al queer come aggettivo per pratiche di militanza radicali diviene sempre più potente e diffuso.

Queer può essere oggi considerato un “termine ombrello” rivolto a tutte le sessualità considerate dissidenti, a quelle soggettività le cui pratiche sociali e di pensiero si discostano da quelle convenzionali, e a quelle il cui genere si situa al di fuori del consueto ordine d’intelligibilità. Il termine queer è stato per questo riabilitato da e per tutt* coloro che si oppongono a una socialità eteronormativa e normalizzata (come gay, lesbiche, bisessuali, intersessuali, transessuali e transgender, soggetti BDSM e kinky, persone asessuali o poliamorose).

Nonostante il termine queer sia inclusivo di diverse soggettività legate al sesso, al genere e all’orientamento sessuale, esso apre quindi a un ulteriore sguardo critico verso qualsiasi altra categoria identitaria stabile. L’azione politica queer si basa infatti su alleanze identificative, piuttosto che su identificazioni imposte e s’interseca con altri assi di oppressione oltre a quelli legati a sesso, genere e orientamento sessuale, come – tra gli altri – l’etnicità, la nazionalità, la classe sociale, la disabilità, la malattia o l’età.

Forte è, ad esempio, la critica corrosiva rivolta all’assimilazione di soggetti gay, lesbiche e trans* in logiche neo-liberaliste che focalizzano i propri obiettivi sul raggiungimento di libertà individuali (come matrimonio, adozione, inclusione nelle forze armate o in circuiti commerciali gay) piuttosto che la messa in discussione di oppressioni sistemiche razzializzate, sessualizzate e di classe.

Questo uso di queer come termine ombrello ha assunto particolare rilevanza nell’attivismo italiano degli ultimi anni. Alcuni gruppi radicali contestano però che, non venendo tradotto, esso perda la violenza semantica che lo caratterizza in contesto anglofono. Per questo si sceglie talvolta di utilizzare al suo posto lemmi analoghi della lingua italiana: non soltanto “frocio/frocia”, ma anche “puttana”.

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Solidarietà e complicità

Apprendiamo dal blog di alcunianarchici  QUI ( link in cui c’è tutto il riassunto della vicenda, fatti ,condanne e assoluzioni) che il compagno Kabu dovrà scontare 8 mesi di domiciliari a Trieste perchè condannato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Oggi come allora (se non ricordate, andate a leggervi cosa è successo!!!) e durante tutto questo accanimento repressivo in particolare contro di lui , rimaniamo al suo fianco e a quello di chi lotta contro la repressione, solidali e complici.

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CineRivoluzioneCult: Eat the Rich 15/06

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Il prossimo Cineforum (A)utogestito torna “cult”. Questa volta per affrontare il tema della ribellione in tutte le sue sfumature, anche quelle del grottesco e per sorridere con acume, abbiamo scelto una black comedy in pieno stile britannico… Cast di eccezione, che vede tra i protagonisti anche Lemmy dei Motorhead di cui è anche l’intera colonna sonora… stiamo parlando di….

EAT THE RICH
di Peter Richardson (1987)
v.o con sottotitoli in italiano!
MERCOLEDì 15 GIUGNO 2016
ore 20.00 spuntino vegan introduttivo 😉
a seguire (21.00 circa) proiezione del film

Alex lavora come cameriere al “Bastards”, ristorante d’alta classe per borghesi e ricconi, con la puzza sotto il naso. Saturo e disgustato da queste “persone” comincia a diventare intollerante e maleducato con la clientela e viene licenziato. Finito in mezzo alla strada rapina l’ufficio di sussistenza e si dà alla fuga con i suoi nuovi amici.
Parallelamente Nosher Powell, ministro degli Interni, un tamarro razzista stile “leghismo celodurista” (solo in versione british) che risolve tutto a cazzotti, diventa sempre più popolare e ben voluto da elettorato e stampa e per questo motivo segretamente osteggiato da controspionaggio e KGB che tentano di farlo cadere in svariate trappole…
Nel frattempo Alex assemblato un gruppo di affini nello spirito anarchico, torna al Bastards per completare (o iniziare) il suo piano, ma si sa, la vendetta è un piatto servito freddo…

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SOLIDARITY WITH ROG, Ljubljana

Il 6 giugno il centro sociale Rog a Ljubljana ha subito un tentativo di sgombero, prontamente respinto da occupanti e solidali con i/le quali solidarizziamo.
Ljubljana è stata già pesantemente modificata in questi anni dai processi di gentrificazione che hanno visto la trasformazione del centro città in un luogo per turisti danarosi. Il progetto del governo sloveno sarebbe quello di estendere questa area d’elite lungo la Ljubljanica, fiume cittadino, e arrivare quindi ad interessare anche l’area in cui sorge l’ex fabbrica occupata Rog.

Qualche info in italiano QUI

I compagni e le compagne, che stanno resistendo con i loro corpi e le barricate per impedire alla società costruttrice di insediare il cantiere, lanciano un appello alla solidarietà e ad unirsi a loro.

ALLA GENTRIFICAZIONE opponiamo RESISTENZA E AUTOGESTIONE

SOLIDARITY WITH THE COMRADES FROM ROG IN LJUBLJANA, WHO ARE DEFENDING RIGHT NOW THEIR SQUAT WITH THEIR BODIES AND BARRICADES.
FUCK GENTRIFICATION!

ROG NE DAMO!

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(A)QUEERITIVO!

Ma che è sto anarco-queer?
Perchè parlate tanto di relazioni consenso, sessualità e generi?
Che c’è di politico nel porno?

Vi invitiamo a scoprirlo sabato 11 ore 18.30 in via Tolmezzo 87 a Udine, ad un momento di socialità autogestita e non normata che abbiamo chiamato
(A)queeritivo!

sotto il menù indecoroso e libero studiato per l’occasione… senza sfruttamento animale!sussurriegrida-1

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Terzo appuntamento con i film di Céline Sciamma: mercoledì 25/05

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Cineforum (A)utogestito mercoledì 25 maggio

ore 20.00 convivialità vegan
a seguire
proiezione di
NAISSANCE DES PIEUVRES (Water Lilies)
di Céline Sciamma
(in lingua originale con sottotitoli in italiano)

Un film tira l’altro come le ciliegie.
Non era nostra intenzione, almeno all’inizio, fare una rassegna monografica, ma è successo.
Per Céline Sciamma è stato un colpo di fulmine. Punto.
Con tocco delicato e mai patetico ci ha presentato il difficile passaggio tra infanzia-adolescenza-età adulta, raccontandoci le storie di persone in divenire, in trasformazione, che si scontrano con la VIOLENZA (quella vera) della società, della cultura dominante, della normatività, dei ruoli sociali.

Diamante nero (2014) ma meglio il titolo originale, Bande de filles- è la storia di una giovane donna che cerca una via di fuga alla predeterminazione della propria esistenza, come donna e come figlia della banlieue, e al “controllo” patriarcale (famigliare e sociale), trovandola in una “gang” di ragazze. Il contesto/contenitore è quello della banlieue parigina che, diversamente da altra cinematografia, non viene spettacolarizzata, né resa la protagonista, ma emerge come un crudo e reale background, con le sue proprie regole.

Tomboy (2011), invece, parla di altre vie di fuga, quelle per cercare una propria rappresentazione del sé. Laure decide di socializzarsi come un bambino ai nuovi amici e amiche del quartiere in cui si è appena trasferit*. Tra spensierati giochi a palla, tuffi in mare e la nascita del primo amore, seguiamo il suo percorso di trasformazione e siamo portat* a farlo con un senso di ansia latente, non tanto perchè ci sia un “segreto” da scoprire, ma perchè, in fin dei conti, SAPPIAMO cosa si nasconde dietro l’angolo, quello che succede a chi sfugge alla norma in questa società.

Infine, terzo ed ultimo appuntamento con i film di Sciamma, è il suo primo lungometraggio Naissance des pieuvres (2007) –uscito in inglese come Water Lilies, ma La nascita delle piovre traducendolo in italiano-.  L’argomento centrale è la sessualità in età adolescenziale, declinata come formazione di un desiderio che diverge dalla convenzione sociale. Così l’attrazione viene letta nella sua complessità: la costruzione socio-culturale e politica dell’età, dei canoni estetici, delle identità sessuali. Il film non si limita soltanto a porre il problema dell’incasellamento nell’omosessualità/eterosessualità/bisessualità, ma abbraccia in senso più generale il tema della normazione del desiderio. 

Insomma, Sciamma ci descrive il momento in cui la potenzialità dell’individuo è al massimo e viene limitata e castrata violentemente dalla normatività sociale e culturale che appare come una nota stonata, ma con la quale, invece, siamo abituat* a convivere quotidianamente.

Ci mostra quanto male faccia la socializzazione violenta all'(etero)sessismo, in cui siamo stat* immers* sin da bambin*, nonché quanto sia feroce l’esclusione sociale per chi devia e non corrisponde ai canoni, ancor più per chi è nat* in un quartiere di frontiera -reso nemico sociale e bacino di sfruttamento-.

Ma i film di Sciamma sono anche un’intensa educazione sentimentale, che illumina la potenza delle complicità, delle alleanze, delle relazioni di affinità che possiamo creare contro questi regimi sociali, che indica alcune vie in cui il “personale” -che personale non è-, il desiderio si fa propriamente sovversione.

 

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Abbattere le frontiere, al Brennero e ovunque…

111111333334444Solidarietà alle e ai compagn* condannat* oggi per aver cercato di abbattere la frontiera al Brennero.

Né frontiere, né galere!

No border, no nation, stop deportation!

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Queer-è-forum di mercoledì 11/05: TOMBOY

Nuovo appuntamento con il QUEER-è-FORUM in via Tolmezzo 87

MERCOLEDì 11 MAGGIO
ore 20.00 convivialità vegan
a seguire proiezione di
TOMBOY
di Céline Sciamma

Con Tomboy siamo invitat* a riflettere su cosa significhi vivere l’aspetto soffocante di una società che non distingue sesso e genere e che vuole continuare ad ignorare le esigenze, sentimenti ed esperienze dell’individuo impedendo a chiunque di esprimere la propria identità liberamente. Non solo: è anche un ottimo spunto di partenza per iniziare a ripensare il nostro modo di porci con le/gli altr*. Quando ci rivolgiamo ad una persona diamo per scontato il suo genere di appartenenza? Le sue preferenze sessuali? Stiamo ascoltando la persona o gli stereotipi su di essa? Parliamone assieme dopo il film…

Trama: Laure, dieci anni, insieme ai genitori e alla sorella Jeanne si trasferisce durante le vacanze estive. La mamma è incinta del terzo figlio (un maschio) e il padre è impegnato al lavoro. La bambina approfitta della distrazione degli adulti per prendere una decisione: nel nuovo ambiente si farà credere un maschio. E’ come Michael che farà le prime amicizie e, in particolare, attirerà l’attenzione di Lisa che finirà con l’innamorarsi del nuovo arrivato con il quale scambierà qualche bacio e momenti mano nella mano. Fino a quando potrà durare questa situazione? Céline Sciamma torna ad affrontare, dopo Water Lilies, le tematiche della scoperta della sessualità spostando però l’attenzione dalla fase adolescenziale a quella preadolescenziale. Trova in Zoé Héran l’interprete adatta per rappresentare, con la giusta dose di innocenza mista a un bisogno di esplorare, il cammino estivo di Laure. Sciamma osserva il microcosmo dei bambini con tenerezza e acume ma senza facili semplificazioni. Maschi e femmine in formazione non sono quegli esseri asessuati che gli adulti vorrebbero che fossero. Natura e società impongono le loro leggi e, in particolare la società, i loro modelli con cui confrontarsi e scontrarsi. Perché spesso sono più legati a stereotipi che a veri bisogni. Così Laure mentre decide di trasgredire facendosi passare per maschio finisce inconsciamente per aderire a quelle che ritiene debbano essere necessariamente le caratteristiche dell’altro sesso. Céline Sciamma, nel descrivere Laure, va oltre quella che avrebbe potuto costituire la gabbia episodica di un racconto di travestimento infantile e lascia lo spettatore con domande più ampie intorno alla definizione della sessualità propria di ogni individuo. In definitiva spetta a noi decidere se quell’estate sarà solo una parentesi nella vita della bambina oppure se ne segnerà il futuro.

 

 

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ANARH – 7 E 8 MAGGIO @INDE A kOPER

Ci vediamo con la nostra distro alla tradizionale fiera del libro anarchico che quest’anno avrà luogo sul litorale sloveno a Koper presso lo squat Inde!
Incontri e discussioni sull’autonomia, la repressione e la risposta anarchica alle sfide del mondo moderno, libri, riviste, fanzine, dischi e bella gente.


sabato 7 maggio dalle 12.00 – domenica 8 maggio 18.00

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Udine: Condanna per Antifascismo…

indexSOLIDARIETA’ ANTIFA!

Apprendiamo che alcun* compagn* sono stat* condannat* pesantemente (info qui), per aver contestato lo spettacolo sulle foibe di Simone Cristicchi un anno fa a Udine .

Noi stiamo con loro, con chi lotta contro il fascismo, partigiane e partigiani sempre!

Sulle pagine di giap dei wu ming, un testo che spiega con dovizia di fatti perché lo spettacolo di Cristicchi sia fascista. 

Qui invece il volantino che era stato distribuito in quella serata di aprile in cui Cristicchi è stato contestato.

 

 

 

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Dispensa serata di Autoformazione forme di resistenza e autogestione sui confini

Lunedì 11 aprile si è tenuta in via Tolmezzo una serata di “autoformazione” sulle esperienze di autogestione e di resistenza attuate dalle, e con le, persone bloccate ai confini della cosiddetta Fortezza Europa.
L’incontro è nato dalla nostra necessità di dare della situazione attuale una lettura antiautoritaria e fuori dalla logica dell’assistenzialismo legalitario che produce vittimizzazione, deresponsabilizzazione politica dei governi europei e dei loro “cittadini”, gerarchizzazione delle persone sulla base del colore, del genere e della nazionalità, nonché dinamiche perverse di sedentarizzazione coatta per coloro che hanno richiesto l’asilo e, visto che la protezione umanitaria viene quasi sempre negata, sono di fatto in attesa di diventare “legalmente” passibili di deportazione.

Le immagini che ci mostrano in questi mesi i telegiornali, succedono da anni ovunque là dove l’UE fissa i suoi confini (a partire, ad esempio, da Ceuta e Melilla, ma anche nelle restanti parti del continente africano -quelle che non sono più formalmente colonie per intenderci- se guardiamo a quello che vi combina FRONTEX). Confini che sono dispositivi mobili di produzione di sfruttamento (es. “i trafficanti”), morte (negando viaggi sicuri), violenza poliziesca e repressione.

Una delle forme di lotta agibili da chi è tra le morse di questo meccanismo è quella che mette letteralmente in gioco il corpo e la vita nella sua incolumità: scioperi della fame, mutilazioni, roghi, messe a fuoco. Questi ultimi, purtroppo, non solo dei CIE (come è successo più volte a lampedusa qualche anno fa) ma anche di sé stessi (come è ad esempio avvenuto a Idomeni). Ma il messaggio della democratica e umanitaria UE è: crepate pure.

E allora ci siamo concentrat* su alcuni dei percorsi in atto. Quelli che non cercano di portare assistenzialismo o sovradeterminazione, neanche nel modo di lottare assieme a chi sui confini è bloccat*. E che rifiutano la divisione tra migranti legittim* e illeggittim*. (Ricordandoci, inoltre, che i confini sono ovunque vi sia repressione di chi è amministrativamente irregolare).

Ecco il materiale che ci ha accompagnato nella riflessione:

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18/04 Proiezione antifa: ACTA NON VERBA

Vi invitiamo ad una serata antifascista, che pensiamo anche come occasione d’incontro per discutere e pensare assieme nuove pratiche per l’antifascismo (e l’antirazzismo e antisessismo, lo sappiamo bene che le cose son legate) militante..
ANTI APRIL

 

Le parole di presentazione del regista:

“Non è facile spiegare perché e come ho pensato il progetto di questo documentario, e ho esitato a lungo sul modo in cui farlo. All’inizio, Acta non verba è nato da alcune constatazioni: da un lato l’aumentata diffusione delle estreme destre in Europa, il loro rinnovamento teorico e i loro nuovi volti; dall’altro la disfatta della sinistra, il nostro immobilismo e tutto quello che ci estranea dalle realtà del mondo che ci circonda.

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16/04 Presidio contro il 41 bis davanti al carcere di Tolmezzo

Riceviamo e inoltriamo
Presidio contro il 41 bis davanti al carcere di Tolmezzo
sabato 16 aprile dalle 15.30

Cartoncino

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Cineforum (A)utogestito di mercoledì 13/04

diamantenero

mercoledì 13/04/2016
ore 20.30 si mette in panza qualcosa (di vegan) e massimo alle 21.00 inizio proiezione di

Diamante nero
di Céline Sciamma

“Marieme ha 16 anni. Vive con due sorelle minori e un fratello maggiore che la controlla con atteggiamenti da padrone. La madre, che lavora come donna delle pulizie, è una figura assente dal contesto familiare. La ragazza non ha dei buoni esiti scolastici, ha già ripetuto una classe e non ha prospettive per l’istruzione superiore se non i corsi professionali. Cerca allora (e trova) solidarietà e protezione in un gruppo di coetanee pronte anche a sfide di strada per salvaguardare la loro reputazione di dure.
Dopo l’interessantissimo Tomboy Céline Sciamma torna ad affrontare il tema della ricerca di una propria via nel mondo e di un’identità in quel periodo della vita sempre più difficile che risponde al nome di adolescenza. Lo fa attraverso una banda di ragazze di colore evitando però tutte le scorciatoie e gli stereotipi che il cosiddetto cinema di banlieu ha disseminato sullo schermo nel corso degli anni…

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11/04/2016 – AUTOFORMAZIONE sulle resistenze ai confini

Confini/Migranti/Accampamenti/Sgomberi/ Repressione/Autogestione

Una serata per prendere insieme visione di video(documentari), ascoltare audioreportage, aggiornarci e riflettere insieme sulle esperienze di autogestione e di resistenza attuate dalle, e con le, persone bloccate ai confini di questa dannata FortezzaEuropa.

Ci accompagnerà del materiale proveniente dalla Jungle di Calais, passando per il Presidio Permanente Noborder di Ventimiglia, fino alle frontiere greco/turco/macedone e con gli squat di migranti in Grecia. Ci informeremo e cercheremo di riflettere su come sostenere i percorsi di lotta e di autogestione della vita sui confini, contro la repressione e il governo dell’umanitario.

NO BORDER, NO NATION, STOP DEPORTATION

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