MECCANISMI DEGENERATIVI NEI COLLETTIVI DI BASE

Troppo spesso succede così.

Nasce un collettivo (gruppo ambientalista, organismo sindacale di base, gruppo anarchico…) che riunisce persone diverse accomunate dalla condivisione di un progetto comune.
Com’ è naturale non tutti coloro che compongono il collettivo hanno lo stesso tempo, la stessa capacità o voglia di intervenire su tutte le questioni.
Emerge la “persona X” che ha tanta voglia di fare, tante proposte, tante energie da investire nel progetto comune, gli altri sono ben lieti di delegarle il ruolo di organizzatore e il lavoro che ne consegue.
Ben presto la “persona X” diventa (e comincia a considerarsi) insostituibile, incomincia ad avvertire come fastidiosa ogni critica al suo operato. Gli altri membri del collettivo pendono dalle sue labbra, da lei tutto accettano, tutto le perdonano. Inconsapevolmente si stanno trasformando in semplici gregari di un capo a cui stanno delegando il difficile compito di pensare, di prendere decisioni.
Quando il meccanismo degenerativo è ormai consolidato ogni critica diventa intollerabile, le “persone Y” che ancora pretendono di ragionare con la loro testa e si rifiutano di adeguarsi al conformismo dominante diventano i “nemici interni” che devono piegarsi o abbandonare il gruppo. Vengono estromesse o costrette ad andarsene. Se poi all’interno del gruppo ci sono più “persone X” a questo punto è inevitabile uno scontro per il potere supremo.
Non stiamo parlando (solo) del rapporto tra Stalin e Trotzkj nell’ambito del partito bolscevico, questo meccanismo degenerativo l’abbiamo visto troppo spesso in azione, in genere complicato da una serie di fattori concomitanti: reti di relazioni amicali, rapporti sentimentali, antipatie personali, interessi economici….
Nei sindacati di base questo processo degenerativo è particolarmente visibile. In questo caso gioca molto la tendenza di coloro che si associano ad un sindacato (anche “diverso”) a vederlo essenzialmente come un patronato cui rivolgersi per chiedere servizi. Accanto a questo la possibilità per i sindacati di raccogliere le quote associative direttamente attraverso trattenute sulla busta paga (un’eredità della legislazione fascista transitata all’Italia “democratica”) genera effetti perversi.
In questo caso le “persone X” della situazione possono trasformarsi in funzionari stipendiati dall’organizzazione e il sindacato di base rischia di omologarsi rapidamente a quello “tradizionale”.
Comprendere le cause di questi meccanismi degenerativi è abbastanza facile. Più difficile trovare le contromisure appropriate. Certo: tutti dovrebbero impegnarsi ugualmente nelle attività decisionali ed organizzative, evitare di delegare, le decisioni fondamentali dovrebbero essere prese in assemblea… ma sono cose più facili a dirsi che a farsi…

Affinità libertarie si propone di aprire una riflessione su questi temi sperimentando attivamente modelli di organizzazione non gerarchica e antiautoritaria.

Link di approfondimento:

Opuscolo di sviluppo del manifesto contro la legalizzazione degli spazi occupati
da El Paso occupato e il Barocchio occupato.

Dove va il sindacalismo di base? Da Umanità Nova

 

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