Per l’estinzione degli uomini cis – Laboratoria Transfemminista Queer

Dalla Laboratoria TransFemmQueer, una riflessione su (di un) genere/sui generi:

In Italia un uomo uccide una donna all’incirca ogni tre giorni e le notizie che arrivano dal resto del mondo non parlano di numeri inferiori. Ad esempio, è di qualche settimana fa l’ultimo femminicidio di massa da parte di un uomo cis bianco americano che è entrato in 3 diversi centri massaggi mirando alle donne presenti.
Eppure sembra che la società continui a negare il problema: ci si concentra sulla leicità dell’uso del termine “femminicidio”, cercando ad esempio di sviare l’attenzione dal fatto che lo stesso non indica le vittime, ma il movente che anima l’assassino (cioè le uccide in quanto donne e tutto ciò che questo rappresenta a livello di relazioni di potere percepite). Oppure, anche quando ciò che accade è evidente sotto i nostri occhi, le narrazioni dei fatti parlano di motivazioni diverse: per lo stragista U.S.A. si paventa un movente razziale, pur di non ragionare sulla realtà.

E la realtà è che una società che continua a produrre uomini cis è una società che continua a volere le donne morte (e, assieme a loro, tutte le identità che la figura dell’uomo cis troverà minacciose)!
Se questa società non si fermerà realmente a ragionare su cosa sia l’uomo cis e quali i suoi danni, non lascerà mai che più di metà della popolazione viva tranquillamente le proprie esistenze.
Continuare a educare dei soggetti in uno stato di fragilità emotiva devastante e, contemporaneamente, allenarli all’espressione costante della violenza in tutte le sue forme, insegnando loro che possono permettersi di fare di tutto ignorando qualsiasi altro elemento attorno a loro, è la ricetta perfetta per ottenere delle bombe ad orologeria. Non tutte potrebbero esplodere, sia chiaro, ma contribuiranno ad aumentare il ticchettio, rendendo, di fatto, la vita impossibile a tutti i soggetti che dovranno avere a che fare con loro.

Se, infatti, non tutti gli uomini cis compiono stragi, è invece vero che tutti gli uomini cis, finché non mettono in seria discussione l’educazione che hanno ricevuto, contribuiscono a rendere il mondo pericoloso. Il loro ragionamento deve essere profondo: non è giustificabile il semplice “ma io mica molesto le ragazze per strada!”, perché questo non è motivo di plauso. E’ semplicemente quello che le persone normali fanno: non molestano le altre persone sconosciute per strada! E deve essere una riflessione accurata che prenda in considerazione il loro modo di muoversi nel mondo dal senso più letterale (es: il modo non neutrale in cui occupano lo spazio) a quello più figurativo (es: il loro posizionamento all’interno di una discussione, il cosiddetto “sguardo maschile”…). E sarà un lavoro che solo loro dovranno fare, senza aiuti e senza pappe pronte (in fondo i vari femministi hanno già fornito un sacco di piatti che devono solo essere assemblati e finiti di cucinare, a voler ben guardare).

Ma, tralasciando ciò che chi è già qui dovrà fare, è importante anche lavorare, contemporaneamente, affinché non ci si trovi con dei pericoli ambulanti in età di nuocere che devono appena iniziare a ripensare tutta la loro esistenza (e non è detto che lo facciano, dati i benefici che ne ottengono). Questa società deve smettere di riprodurre* la categoria degli uomini cis. E, una volta che metteremo in crisi il sistema di replica di questo gruppo sociale, tutte le altre categorie di genere che in questa società sono da essa derivate, si sgretoleranno.

 

 
*in realtà dovremmo smettere di riprodurci, ma neppure nelle previsioni più ottimiste questo sarà un risultato raggiungibile nel breve termine

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