SOLIDARIETA’ ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI DI TORINO e TRENTO

Giovedì 7 febbraio a Torino, la gentrificazione capitalista, l’apparato militar-poliziesco e la classe politica hanno mostrato in maniera chiara la loro sinergica ferocia e ottusità.
Nel quartiere Aurora, che continua ad essere tutt’ora militarizzato, l’Asilo occupato che qui, da 24 anni, permetteva di sperimentare auto-organizzazione, amore e lotta,  dopo una lunga resistenza è stato sgomberato.
Che siamo dentro un clima di guerra generalizzato a chi resiste lo dimostrano non solo le parole del questore di Torino, che parla esplicitamente di prigioneri
dopo gli scontri del corteo successivo allo sgombero, ma i lividi di tutti i fermati per le botte prese dalla polizia nell’arresto e poi in questura e il bilancio della repressione in corso: anni di galera che lo stato sta provando a pretendere per vendicarsi di chi contrasta i centri di internamento, le deportazioni e espulsioni del XXI secolo e di chi ha osato ledere qualche arredo urbano. Sei persone accusate per associazione sovversiva, Art. 270 c.p.
Solo una manciata di giorni dopo questo vile attacco, il tentacolo della repressione si allunga fino a Trento, Rovereto e Bolzano. Alle 4 del mattino di martedì 19 febbraio, 50 perquisizioni tra case di compagn* e spazi sociali, uno spiegamento esagerato di polizia, strade chiuse e l’arresto di altr* 7 compagn*. Ancora una volta la scusa preferita è la fantomatica associazione sovversiva (più il 280 cp in questo caso) e il consueto linciaggio mediatico.
Vogliamo, per l’ennesima volta, ribadire che la divisione tra manifestanti buoni e cattivi è una finzione perfettamente funzionale alla macchina repressiva e che chi continua ad applicarla nella propria vita politica è di questa perfettamente complice.
Che la lotta ai CPR, alle retate, alla guerra, ai dispositivi di controllo e a tutte le frontiere che provano a erigere nelle nostre città, come a Udine con le recenti disposizioni poliziesche della nuova giunta, continueremo a portarla avanti con ogni mezzo necessario. Non sappiamo che farcene della banale indignazione democratica contro le politiche di questo governo in materia di immigrazione, che grida allo scandalo per l’uomo nero Salvini dimenticandosi di Minniti, Turco e Napolitano : se è così stupida da non solidarizzare con tutte le forme di lotta contro i confini, è anch’essa parte del problema.
Che continueremo a difendere ogni spazio sociale sotto attacco.
Che non lasceremo sol*
le compagne e i compagni colpite dalle repressione in nessun tempo e in nessun luogo.

Non finisce qui, non è una promessa, è la nostra vita”.

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