CINEFORUM (A)UTOGESTITO
di MARTEDI 19 giugno
@ Laboratoria Autogestita
in via De Rubeis 43, Udine
ore 20.30 cena a seguire film!
Il fascino indiscreto del populismo
A CASA NOSTRA (CHEZ NOUS)
Regia di Lucas Belvaux
(Francia/Belgio 2017)
Come prossima visione collettiva abbiamo deciso di proporre “A casa nostra” film di Lucas Belvaux per avviare insieme una riflessione sullo stato delle cose, sul come siamo arrivat* al punto in cui siamo arrivat* oggi, sul fascino suadente di una certa politica che ha eliminato chirurgicamente un certo linguaggio per darsi una “ripulita” con lo scopo di camuffarsi per diventare accettabile e guadagnare consensi. Come questo non solo sia passato quasi inosservato, ma addirittura sia stato consensualmente assorbito senza senso critico in maniera trasversale è una domanda sulla quale vorremmo riflettere insieme.
(tratto da qui)
Questo film è un ritratto tagliente della situazione politica contemporanea, che senza nascondersi dietro metafore e non detti si schiera apertamente contro il partito della Le Pen.
Il film si ispira al romanzo di Jérôme Leroy, Le Bloc, ed è ambientato in un distretto minerario nel nord della Francia, dove Pauline (Émilie Dequenne), un’infermiera autonoma, cresce da sola i suoi due figli e si occupa di suo padre, un ex metalmeccanico e militante comunista. Pauline è sempre disponibile con i suoi pazienti e per questo è molto amata nella sua comunità, al punto da essere avvicinata dall’emergente partito nazionalista, alla disperata ricerca di una figura rispettabile da candidare alle elezioni locali. La politica è un territorio completamente inesplorato per Pauline che, spinta da un’idea di rinnovamento della classe politica, accetta più o meno inconsapevolmente di entrare a far parte di uno schieramento di cui non conosce quasi nulla, specialmente i retroscena più oscuri. A guidare Pauline nella sua ascesa all’olimpo del partito nazionalista è Agnès Dorgelle, che non a caso ha gli stessi colori e lo stesso piglio arrogante di Marine Le Pen, mentre ad accompagnarla nella vita privata è Stéphane Stankowiak, un allenatore di calcio che di notte si trasforma in uno spietato squadrista neofascista. Stretta tra due fuochi, Pauline si lascia trascinare dalla corrente del partito, fino a che non scopre la realtà dietro l’apparenza e tutto il castello che si era costruita attorno le crolla addosso con una violenza inaudita.
Pauline è cieca all’inizio, così come tutti quegli elettori inconsapevoli, che cercano nel partito nazionalista una risposta alla crisi economica, ma Lucas Belvaux si assume la responsabilità di rivelare la realtà attraverso la finzione. Senza troppi orpelli di stile, il regista belga va dritto al nocciolo della questione in una messa in scena il quanto più possibile asciutta e chiara nell’esposizione del suo messaggio di denuncia. L’unico scopo della narrazione è colpire dritto al cuore il Front National di Marine Le Pen, ed è per questo che Belvaux libera il campo da tutto ciò che potrebbe distrarre lo spettatore dai costanti riferimenti all’attualità bruciante della Francia contemporanea, per realizzare un film iperrealista, ma allo stesso tempo incredibilmente efficace nell’esposizione dei fatti. E non è un caso che al suo debutto in patria A casa nostra sia esploso come una bomba, attirando su di sé l’attenzione dell’opinione pubblica e le critiche rabbiose del Front National.