Lunedì 11 aprile si è tenuta in via Tolmezzo una serata di “autoformazione” sulle esperienze di autogestione e di resistenza attuate dalle, e con le, persone bloccate ai confini della cosiddetta Fortezza Europa.
L’incontro è nato dalla nostra necessità di dare della situazione attuale una lettura antiautoritaria e fuori dalla logica dell’assistenzialismo legalitario che produce vittimizzazione, deresponsabilizzazione politica dei governi europei e dei loro “cittadini”, gerarchizzazione delle persone sulla base del colore, del genere e della nazionalità, nonché dinamiche perverse di sedentarizzazione coatta per coloro che hanno richiesto l’asilo e, visto che la protezione umanitaria viene quasi sempre negata, sono di fatto in attesa di diventare “legalmente” passibili di deportazione.
Le immagini che ci mostrano in questi mesi i telegiornali, succedono da anni ovunque là dove l’UE fissa i suoi confini (a partire, ad esempio, da Ceuta e Melilla, ma anche nelle restanti parti del continente africano -quelle che non sono più formalmente colonie per intenderci- se guardiamo a quello che vi combina FRONTEX). Confini che sono dispositivi mobili di produzione di sfruttamento (es. “i trafficanti”), morte (negando viaggi sicuri), violenza poliziesca e repressione.
Una delle forme di lotta agibili da chi è tra le morse di questo meccanismo è quella che mette letteralmente in gioco il corpo e la vita nella sua incolumità: scioperi della fame, mutilazioni, roghi, messe a fuoco. Questi ultimi, purtroppo, non solo dei CIE (come è successo più volte a lampedusa qualche anno fa) ma anche di sé stessi (come è ad esempio avvenuto a Idomeni). Ma il messaggio della democratica e umanitaria UE è: crepate pure.
E allora ci siamo concentrat* su alcuni dei percorsi in atto. Quelli che non cercano di portare assistenzialismo o sovradeterminazione, neanche nel modo di lottare assieme a chi sui confini è bloccat*. E che rifiutano la divisione tra migranti legittim* e illeggittim*. (Ricordandoci, inoltre, che i confini sono ovunque vi sia repressione di chi è amministrativamente irregolare).
Ecco il materiale che ci ha accompagnato nella riflessione:
THE JUNGLE DI CALAIS
Sito di riferimento:
calaismigrantsolidarity.wordpress.com
Introduzione a Calais (eng)
https://calaismigrantsolidarity.wordpress.com/introduction-to-calais
Video giorno dello sgombero del 29/02/2016
Solidarietà de la Zad alla Giungla di Calais
Video in francese, qui i scaricabili sottotitoli in italiano Manifest Action, un message de vérité – YouTube [720p]*
*istruzioni: scaricare il video e il text file per i sottotitoli e salvarli in una cartella, vedere con vlc.
NOBORDERS/VENTIMIGLIA
LA BOLLA DI VENTIMIGLIA
breve opuscolo introduttivo
https://noborders20miglia.noblogs.org/files/2015/09/laBollaPieghevole.pdf