Riceviamo da alcun* compagn* presenti, il resoconto della prima udienza del processo a Maurizio Alfieri di cui parlammo qui
Lunedì 7 ottobre si è tenuta a Udine l’udienza filtro del processo che vede imputati Maurizio Alfieri e Valerio Crivello per minacce e lesioni ai danni di un altro detenuto (che si auto-definisce “collaboratore di giustizia e dell’amministrazione penitenziaria”) quando erano entrambi ancora detenuti nel carcere punitivo di Tolmezzo.
Il giorno prima un presidio di saluto si è tenuto sotto il carcere di Udine, consolidando la presenza di compagni e familiari sotto le mura di questa struttura, all’interno della quale i pestaggi e i trasferimenti punitivi sono prassi. Un modo per ribadire, ancora una volta, che solo la lotta paga e per trasformare ogni attacco repressivo in un’occasione di rivalsa.
Lunedì mattina, mentre alcuni compagni sono rimasti in presidio fuori dal tribunale, altri, dopo un breve contrattempo causato dai soliti digossini troppo zelanti, sono entrati in aula per salutare Maurizio. L’udienza si è risolta in dieci minuti con un rinvio all’8 febbraio a Trieste, appuntamento al quale non mancheremo.
Pochi minuti per scambiare due parole con Maurizio, ma abbastanza per saldare ancor di più un legame già profondo. L’entusiasmo di Maurizio ha pervaso l’aula del tribunale, facendoci istintivamente ribaltare il grigio protocollo giudiziario: entra la corte, quattro avvocati in piedi nel deserto dell’aula, non fosse che per la dozzina di compagni seduti e sorridenti che all’arrivo di Maurizio si sollevano dalle sedie e non si risiedono più. Il chiacchericcio leguleio è stato un molesto sottofondo a questo incontro.
Uscendo dall’aula Maurizio ha salutato con un “viva l’anarchia!”, detto questo il resto è superfluo…
…ci rivedremo l’8 febbraio!
Volantino distribuito al presidio:
volantino_ud_7_ottobre