Testo volantino distribuito il 10 marzo al benefit per A/I.
Ricordiamo a chi non è potuto venire al benefit e ci teneva a contribuire, che continuiamo a raccogliere sottoscrizioni ancora per qualche giorno (e abbiamo ancora materiale!!!) poi spediamo il tutto, contattateci pure alla mail affinitalibertarie@inventati.org
PERCHE’ SOSTENERE AUTISTICI/INVENTATI?
La censura di queste ultime settimane ai danni del movimento
NOTAV è una manifestazione chiara e preoccupante del bisogno primario di un’informazione obiettiva e plurale.
In questi giorni tutte le reti televisive (a parte i reportages di Servizio Pubblico) ed il 99% della stampa e dei giornali radio stanno cercando in ogni modo di demolire l’immagine di chi in Valsusa ( e dei solidali nel resto d’Italia) si oppone a questo disastro.
Non ci fosse la controinformazione, chi non può avere diretto contatto con il movimento NOTAV potrebbe credere che:
sono tutti anarcoinsurrezionalisti facinorosi violenti giovinastri disoccupati terroristi che in fondo è solo un treno che lo paga l’unione europea che sennò restiamo fuori dall’europa che l’alta velocità c’è in tutte le nazioni moderne ed è un’infrastruttura fondamentale che bloccare le autostrade è un crimine gravissimo e anche dire pecorella ad un carabiniere è un insulto gravissimo che si può protestare ma solo senza intralciare niente che Luca Abbà è un cretinetti…
Ma fortunatamente chi è nauseato da tv, radio nazionali e quotidiani ha la possibilità di trovare su internet la prova che esiste un altro mondo (decisamente migliore) oltre a quello che vorrebbero farci credere , che anzi, a forza di martellarci di falsità, vorrebbero farci credere che non sia mai esistito.
Ricordate Federico Aldovrandi, 18enne ucciso a Ferrara a manganellate per strada dalla polizia? Si arrrivò al processo dopo che la madre aprì un blog per denunciare il caso già insabbiato.
O l’ultimo caso dei 9 poliziotti a giudizio per aver pestato per strada un ragazzo in scooter fuori dallo stadio scambiato per un ultras? La scena fu ripresa da una finestra e postata su internet.
Recentemente il film sui fatti della Diaz a Genova ha ottenuto grandi riconoscimenti al festival del cinema di Berlino: da noi se ne parla poco.
Ma fu proprio in quel periodo che nacquero Indymedia Italia e poco dopo il progetto Autistici/Inventati…
A/I si è subito distinto per la volontà di fornire strumenti di comunicazione e quindi di lotta a chi non ha voce, mettendo a disposizione di tutti la possibilità di avere caselle di posta elettronica, mailing list, spazio web per siti, servizi per rendere il più possibile anonimo l’utilizzo della rete.
Da ultimo il grandioso progetto NoBlogs, che permette a chiunque si riconosca nella policy, di pubblicare da zero e facilmente il proprio blog sul web, senza contratti, senza fornire dati personali, ma soprattutto con la consapevolezza che tutto ciò che ci sta dietro è autogestito da compagni che avranno sempre mille accortezze per preservare i dati personali dalle incursioni delle forze dell’ordine. NoBlogs ospita oggi centinaia di spazi web diversi.
Ed è proprio la controinformazione a dare il fastidio più grande ai padroni del vapore. Per citare solo gli ultimi casi eclatanti del mese scorso: il tentativo di sabotare indymedia Atene durante le proteste di piazza contro la devastazione ed il saccheggio del popolo greco da parte della BCE e il sequestro del sito Vajont.info e la successiva condanna a pagare un risarcimento di 10000 euro per aver scritto: “E se la mafia è una montagna di merda…i Paniz e gli Scilipoti sono guide alpine!”
A/I non tiene nessuna traccia che possa facilmente ricondurre un’identità ad un blog o ad una casella di posta. Tutte le volte che le “forze dell’ordine” gli hanno chiesto questi dati, si sono sempre sentiti rispondere che non esistono. Ed è così per scelta.
Certo anche A/I ha avuto i suoi problemi: nel 2005 il provider di spazio web Aruba permise alla polizia di spiare le caselle di posta di Autistici in segreto. Quando si seppe, a parte una doverosa campagna di boicottaggio di Aruba, A/I varò il piano R*, con l’utilizzo di 3 server situati all’estero e un sistema per cui la compromissione di uno o anche 2 di essi non avrebbe impedito ai servizi forniti di continuare a funzionare. Nel 2010 un caso che dimostra l’importanza di quello che c’è in gioco: Casa Pound (basta la parola) sporse denuncia per alcune minacce di cui era stata oggetto mediante scritte sui muri (!) e su un blog ospitato dal servizio noblogs su cui veniva richiesto di non concedere spazi pubblici a gruppi dichiaratamente neofascisti… Conseguentemente, visto che il server relativo si trovava in Norvegia, fu fatta dal giudice la rogatoria internazionale (!!) a cui fu dato seguito (!!!) e il server sequestrato e clonato interamente… Dopo 2 ore A/I aveva riattivato tutti i servizi e in Norvegia si era generato un grosso dibattito pubblico sul diritto alla privacy e sul perchè fosse stato dato ascolto ad una rogatoria ridicola, imbarazzante e vaga.
Il piano R*aveva tenuto, ma come dicono i compagni di Autistici, non ci si può mai sentire al sicuro quando si è su internet ed infatti, nel pieno dello spirito autogestionario, esortano tutti ad approfondire le proprie conoscenze della rete e dei suoi mezzi, soprattutto perchè non è solo con mezzi grossolani e non sempre efficaci come i sequestri che il potere tenta di controllare quello che gira sul web. Negli ultimi anni stanno tentando la carta della lotta alla pirateria.I vari SOPA/PIPA e ACTA sono solo dei pretesti per rendere legale la censura su internet, spacciandola per difesa del copyright. Chi vuole saperne di più su questi argomenti dovrebbe consultare i siti di controinformazione. 🙂
In questo quadro, dando un’occhiata al sito di A/I e alle pagine web di NoBlogs, si può facilmente capire che ricchezza inestimabile abbiamo a portata di mano: la possibilità di essere ancora liberi non ha prezzo.
Purtroppo un prezzo ce l’hanno le strutture e le attrezzature che A/I utilizza per fare funzionare tutto questo, ma se lo paragoniamo a quello che ne otteniamo in cambio non è nulla.
Anche noi usufruiamo dei servizi di posta di A/I e dello spazio di NoBlogs e quindi il minimo è far conoscere e sostenere questo raro esempio di realizzazione pratica dell’autogestione.
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