Sabato 12 novembre si terrà a Barcellona la manifestazione: “Smontando il caso 4F ” (di cui spiegheremo piu’ sotto).
Noi siamo lontan* e non potremo partecipare di persona, ma pensiamo che sia importante dare il nostro contributo, solidarizzare dando voce a questa storia.
Una storia di repressione, dell’ ennesima montatura giudiziaria (conosciamo bene il meccanismo perverso, vedi Belgrade six o la storia di Sole e Baleno o in tempi piu’ recenti l’arresto immotivato delle NO TAV Nina e Marianna), che strappa vite e libertà di compagn* che come noi lottano attraverso mille sfacettature, ogni giorno contro questo sistema corrotto e violento.
Sappiamo bene che non potremo, con questo post, restituire i giorni che Patricia Heras, morta suicidata in semidetenzione lo scorso 26 aprile, non avrà mai più, nè quelli rubati a Alex, Juan e Rodrigo, quest’ultimo ancora in stato detentivo (gli altri due sono in semilibertà), pero’ è importante far sapere loro che non sono soli, restituire un po’ di giustizia, contribuendo a diffondere la verità.
Tratto da http://www.desmontaje4f.org/it ecco la storia del 4F
Quello del 4F è uno dei più gravi casi di corruzione accaduti nella città di Barcellona negli ultimi anni. Coinvolti polizia, giudici e governo.
Abbiamo perso parte del processo ma i fatti ci stanno dando ragione e proprio per questo motivo abbiamo bisogno della massima diffusione di questa drammatica storia di corruzione, torture, sequestro e morte.
Il 4 febbraio del 2006
Il 4 febbraio del 2006 qualcuno lanciò un vaso di fiori da una casa occupata (di proprietà dell’Ayuntamento – ossia il Comune) durante una festa, ferendo gravemente un agente di polizia.
L’Ayuntamento e la polizia, non potendo verificare chi avesse effettivamente lanciato il vaso (dato che nella casa c’erano più di 3000 persone) scelsero dei capri espiatori incolpando persone innocenti che non si trovavano dentro quella casa e altre che nemmeno si trovavano nei paraggi. Le conseguenze dirette di questa messinscena si possono sintetizzare così:
– Álex Cisternas e Juan Pintos hanno scontato due anni di custodia cautelare e altrettanti in prigione e semilibertá.
– Rodrigo Lanza ha trascorso due anni in prigione in custodia cautelare ed è a tutt’oggi recluso.
– Álex, Rodrigo e Juan furono torturati durante la detenzione da parte della polizia: la loro denuncia per torture non è mai stata accolta.
– Patricia Heras ha trascorso due mesi in prigione e 4 mesi in terzo grado fino a che, il 26 aprile del 2011, ha deciso di togliersi la vita.
Il primo appello (nel Tribunale Provinciale di Barcellona, febbraio 2008) si svolse con molteplici irregolarità, non furono accettate le prove della difesa e l’unica prova dell’accusa fu la testimonianza dei due poliziotti: Bakari Samyang e Víctor Bayona. Fu presentato un ricorso alla Corte Suprema (luglio 2009) che ratificò la sentenza e aumentò le condanne (“questo per le vostre lamentele”). Attualmente stiamo aspettando una risposta dal Tribunale Costituzionale di fronte al quale è stato presentato un altro appello.
Oggi per smontare questa strategia della polizia e dell’Ayuntamento di Barcellona di creare capri espiatori confidiamo in un nuovo strumento da poco reso pubblico:
gli agenti della Guardia Urbana che furono gli elementi chiave del caso, Samyang e Bayona, finiranno in prigione per aver torturato il figlio di un diplomatico (Sentenza della sezione 5ª della Audiencia Provincial di Barcellona, del 17 ottobre del 2011). La sentenza mette in evidenza come simularono un delitto e falsificarono documenti, fatti che mettono in discussione la credibilità delle loro dichiarazioni come testimoni del caso 4F.
Inoltre Amnesty International (vedi il dossier “Sal en la Herida”) e la difesa denunciarono le torture subite dagli accusati del 4F; parte dei giudici di Barcellona li accusarono di mentire. La giudice del Tribunale 18 di Barcellona, Carmen García Martinez, si rifiutò di indagare su queste torture: il suo lavoro si stava contaminando, non poteva aprire due processi alla volta.
Aiuta a diffondere la verità, affinché il prossimo processo del caso 4F (il ricorso al Costituzionale) possa essere finalmente basato sulla giustizia e non sulla menzogna.
Che la denucia per le torture subite da Rodrigo, Álex e Juan venga accolta e si riapra il caso dato che gli accusatori (Samyang e Bayona) sono quegli stessi torturatori oggi condannati.