Il 6 aprile 1941 la Germania nazista e l’Italia fascista invadono la Jugoslavia, che viene smembrata. La parte occidentale della Slovenia viene annessa direttamente all’Italia con il nome di “Provincia di Lubiana”. Viene annessa anche buona parte della Dalmazia e la Croazia è ridotta al livello di stato satellite.
- il campo di concentramento di Arbe (Rab)
La repressione degli italiani nei confronti della popolazione civile è durissima e non ha nulla da invidiare a quella nazista.
Per impedire alla popolazione civile di sostenere i partigiani la stessa città di Lubiana viene trasformata in un carcere a cielo aperto, circondata da filo spinato. Vengono aperti diversi campi di concentramento dove trasferire i civili sospettati di sostenere la Resistenza.
Si calcola che siano state complessivamente deportate dalla Slovenia circa 30.000 persone (su circa 340.000 sloveni passati sotto il controllo italiano).
Tra i campi ricordiamo quelli di Monigo (Treviso), Gonars, Visco (Udine), Sdraussina (Gorizia), Renicci (Arezzo), Chiesanuova (Padova), Fiume.
Particolarmente terribile il campo di Arbe (sull’isola di Rab, attuamente in Croazia) situato in località Kampor, a sei chilometri dal capoluogo, era composto solo da tende (come si vede dalla foto). Solo a seguito delle numerose morti derivanti dalle pessime condizioni di detenzioni e delle proteste dei vescovi sloveni (sostenuti dal Vaticano) vennero costruite delle baracche in legno o muratura. Nel campo di Arbe sono noti 1453 decessi (ufficiali), il 19 % dei reclusi.
Oggi al posto del campo c’è un cimitero/sacrario fatto erigere dalla Repubblica di Slovenia.
COME ARRIVARCI: il “Cimitero memoriale del campo di concentramento di Rab” non è generalmente indicato dalle guide turistiche italiane (a differenza di quelle straniere), ma raggiungerlo è facile (6 km circa dal capoluogo). Partendo dalla cittadina di RAB (capoluogo dell’isola) prendete in direzione KAMPOR (il nome deriva da un antico campus romano e non è quindi in relazione con il campo di concentramento), lungo il percorso supererete la chiesa di santa Eufemia, l’ospedale (bolnica) psichiatrico e, circa un kilometro dopo, a sinistra, si apre una stradina che porta al cimitero. l’incrocio è indicato da una lapide che gli anni e la mancata manutenzione hanno reso poco visibile. Un paio di lapidi simili (altrettanto consunte) si trovano lungo il percorso. Talvolta il cimitero sembra chiuso ma basta spostare il chiavistello per entrare. Il cimitero è abbastanza frequentato dai parenti delle vittime.