SEMPRE PIU’ SPESSO VENGONO DIFFUSI (ANCHE NELLE SCUOLE) RIVOLTANTI VOLANTINI E DOCUMENTI DI CARATTERE APERTAMENTE NEGAZIONISTA.
Questo pattume, diffuso da organizzazioni di stampo neonazista, non meriterebbe di essere commentato se non fosse per il fatto che certe “informazioni” finiscono inevitabilmente per disorientare il pubblico meno preparato. “Una menzogna continuamente ripetuta si trasforma in una verità” diceva Goebbels, questo rende necessario prendere di petto la situazione fornendo alcune indicazioni critiche (senza alcuna pretesa di completezza), per affrontare le principali menzogne in circolazione.
Lo sterminio degli ebrei (ma anche rom, omosessuali, oppositori politici…) attuato dal nazismo è documentato da un numero enorme di testimonianze di sopravvissuti ai campi di concentramento, di ufficiali nazisti, di prigionieri incaricati di far sparire i cadaveri (sonderkommando), a cui si aggiunge una copiosa documentazione d’epoca.
L’orrore dell’universo concentrazionario è ricordato da innumerevoli opere (basterebbe ricordare Se questo è un uomo di Primo Levi).
I negazionisti (Faurisson, Mattogno, Irving…) non dispongono ovviamente di alcuna fonte reale a sostegno delle loro folli teorie, per cui per lo più la loro tecnica consiste nel mettere in dubbio il valore delle fonti e nel seminare dubbi sul lavoro degli storici seri.
È significativo a questo proposito che la loro attività si concentri essenzialmente nel criticare alcuni aspetti “particolari” dello sterminio, cercando di decontestualizzarli, in particolare riguardo all’uso delle camere a gas.
Bisogna sottolineare che la maggior parte delle vittime fu provocata da fucilazioni sommarie (sul fronte russo si calcola siano state fucilate oltre un milione e mezzo di persone da parte degli Einsatzgruppen) e dalle pessime condizioni di vita, dalle razioni alimentari (scientemente) insufficienti, dai maltrattamenti nei campi, per cui concentrare la propria attenzione sulle camere a gas è già un modo di sviare l’attenzione e sminuire la portata del dramma.
Il 5 novembre 1942 la ditta J.A. Topf e figli di Erfurt (fornitrice dei forni crematori ad Auschwitz) inoltrava a Berlino la domanda di brevetto per “un forno crematorio a ciclo continuo per operazioni di massa” così argomentando “Nei campi di smistamento che la guerra e le sue conseguenze hanno reso necessari nelle zone orientali, a causa della mortalità inevitabilmente molto elevata, è impossibile procedere all’inumazione della enorme quantità di morti. Da una parte per mancanza di spazio e di personale, dall’altra per il rischio diretto e indiretto che minaccia l’ambiente immediatamente circostante e anche più lontano a causa dell’inumazione di morti per malattie infettive. Siamo perciò costretti a eliminare l’enorme numero di cadaveri, in costante aumento, in maniera assolutamente rapida, sicura e igienica mediante incenerimento” (1)
Anche Paul Rassinier (probabilmente il primo tra i negazionisti) scrive in riferimento ai prigionieri del campo di Buchenwald:
“Il cattivo trattamento, il cibo pessimo e insufficiente, il lavoro sovrumano,
l’assenza di medicinali, la polmonite, fecero sì che questa mandria si mettesse
a morire ad un ritmo spaventoso e pericoloso per la salute di chi sopravviveva.
Si dovette pensare a far sparire i cadaveri in altro modo che con l’inumazione,
che richiedeva troppo tempo e che si sarebbe dovuta ripetere troppo spesso: così
si ricorse alla cremazione, più rapida e più conforme alle tradizioni
germaniche.” (La menzogna di Ulisse) (2).
La strategia dei negazionisti è sostanzialmente quella di affermare che le camere a gas non sono mai esistite (o servivano solo per disinfestare abiti e coperte) e che la moria di detenuti è stata una malaugurata conseguenza delle cattive condizioni di vita prodotte dalla guerra. Una tesi impossibile da sostenere se consideriamo che – sulla base dei dati più attendibili a disposizione, anche se largamente incompleti – su circa 5 milioni di persone deportate nei campi ne morirono circa 4 milioni, cioè l’80 % ! (3).
Ora è evidente che le autorità tedesche non potevano non conoscere questi spaventosi tassi di mortalità, come è evidente che non c’era alcuna necessità militare di deportare nei campi l’intera popolazione ebraica (inclusi vecchi, donne e bambini) che avrebbe potuto essere tranquillamente “controllata” in appositi ghetti. Ne consegue che già la semplice deportazione di masse enormi di civili è prova evidente dell’intento omicida.
In realtà il meccanismo dei campi era di una perfezione diabolica: gli elementi validi venivano sfruttati fino allo sfinimento con orari e condizioni di lavoro disumani e razioni alimentari inferiori al minimo vitale, cosicché morivano “naturalmente” nel giro di qualche mese, le persone inabili al lavoro venivano eliminate senza troppi complimenti (utilizzando anche le camere a gas).
Risulta singolare che alcuni negazionisti riconoscano tranquillamente l’uso dei gas per l’operazione di eutanasia forzata attuata dai nazisti a partire dal 1939 nei confronti dei malati mentali e poi ne neghino la logica conseguenza: l’uso sistematico nei campi di concentramento per eliminare le persone “inutili”.
Ma lasciamo parlare nuovamente il negazionista Rassinier:
“ecco la storia dell’operazione Gnadentod:
1) Il primo settembre 1939 Hitler firmò il decreto che la ordinava e che era
così concepito:
«Il Reichsleiter Bouhler e il dott. Brandt sono incaricati, sotto la loro
personale responsabilità, di estendere i poteri dei medici da indicare
nominativamente, in maniera che la morte per grazia (“Gnadentod”) possa essere
assicurata, dopo esame critico del loro stato, agli ammalati che si possono
umanamente considerare come incurabili.»
Firmato questo decreto – che non era limitativo -, fu intrapresa l’installazione
di camere a gas e di forni crematori in sei luoghi diversi: il castello Hadamar
presso Limburg, quello di Grafereck nel Württemberg, quello di Hartheim presso
Linz, e gli ospizi di Pirna, Bernburg e Brandeburgo. Fin dal gennaio 1940
cominciò la trasferta degli ammalati verso di essi.
[…]
dopo aver denunciato un nuovo prelevamento di 1600 ammalati negli ospizi di
Marienthal e di Warstein, il vescovo di Münster dichiarò:
«Perché debbono morire questi poveri ammalati indifesi? Semplicemente perché,
stando alla valutazione di un medico qualsiasi o di una commissione qualsiasi,
essi appartengono alla categoria degli «indegni di vivere». Si decreta che non
possono produrre. Sono come una vecchia macchina che non funziona più, come un
vecchio cavallo paralizzato, come una vacca che non dà più latte. Cosa si fa di
una vecchia macchina? Si getta via con i rottami. E che cosa si fa di un cavallo
paralizzato, dei bestiame improduttivo?… Ma qui non si tratta di vecchie
macchine, di cavalli o di vacche. Si tratta di uomini come noi, nostri fratelli
e nostre sorelle.
Guai agli uomini! Guai al nostro popolo tedesco, se il comandamento sacro: «Non
uccidere», che il nostro Creatore ha scolpito fin dall’origine nella coscienza
dell’uomo, viene trasgredito e se questa trasgressione è tollerata e impunita.»
Questo sermone destò un’eco profonda in tutta la Germania e determinò un
movimento davanti al quale Hitler arretrò.”(La menzogna di Ulisse)
L’operazione venne in effetti interrotta di fronte alle proteste dei parenti delle vittime e della Chiesa. Che ritegno poteva avere nello sterminare gli ebrei e gli altri “diversi” un regime che considerava naturale sopprimere gli inabili appartenenti al proprio popolo ?
Esaminiamo ora brevemente alcune delle fonti più spesso utilizzate dai negazionisti.
La testimonianza di Paul Rassinier
Socialista, membro della Resistenza francese fu deportato nei lager di Buchenwald e Dora. La descrizione degli orrori del campo (a cui lo stesso autore sopravvisse a stento) è molto vivida. Rassinier si sofferma specialmente sui diabolici meccanismi di potere interni al campo per i quali alcuni detenuti, per salvarsi, si trasformavano nei peggiori carnefici dei loro compagni di sventura (i sommersi e i salvati di cui parla Primo Levi). Per il solo fatto che a Buchenwald non esistevano camere a gas egli si convince che anche in altri campi possano aver avuto solo un ruolo marginale e ne nega comunque l’uso sistematico.
“La mia opinione sulle camere a gas? Ve ne furono: non tante quanto si crede.
Degli stermini con questo mezzo, pure ve ne furono: non tanti quanto si è detto.
Il numero, naturalmente, non toglie nulla alla natura dell’orrore […]” (La menzogna di Ulisse).
Progressivamente Rassinier si spostò su posizioni antisemite, giungendo a sostenere negli anni ’60 la teoria del complotto ebraico e la responsabilità ebraica nello scatenamento della seconda guerra mondiale (4).
La “testimonianza” di Thies Christophersen
Questo signore sostiene di aver soggiornato ad Auschwitz nel 1944, nel ruolo di tecnico addetto alla fabbricazione del caucciù (effettivamente prodotto nel sottocampo di Buna), e fornisce un quadro idilliaco del lager descritto come una specie di villaggio turistico in cui gli ebrei vengono trattati magnificamente, vestono bene e scherzano con le SS !
Questo testo (pubblicato in Italia con il titolo La fandonia di Auschwitz, Parma, La Sfinge 1984) è talmente inverosimile da non aver bisogno di commenti.
Il “Rapporto Leuchter”
Il cosiddetto “Rapporto Leuchter” viene redatto nel 1988 dal sedicente ingegnere americano Fred A. Leuchter. Leuchter dopo una visita di soli 5 giorni al campo di concentramento di Auschwitz (dal 25 febbraio al 2 marzo1988) scrisse una perizia di 135 pagine tendente a negare l’esistenza delle camere a gas.
Di fronte al tribunale di Toronto (Canada) Leuchter fu costretto ad ammettere di non essere affatto laureato in ingegneria ma in filosofia e di avere come unici punti di riferimento storiografici quelli fornitigli dal negazionista Faurisson.
Le argomentazioni usate sono inconsistenti, esaminiamo le principali:
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l’autore mette costantemente a confronto le camere a gas naziste con quelle utilizzate negli stessi anni in USA: è evidente l’errore metodologico, i tedeschi nel 1942-45 non potevano certo documentarsi – in piena guerra – sulla tecnologia americana, finalizzata peraltro alla soppressione di un’unica persona e non allo sterminio di massa.
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Secondo l’autore negli edifici di Auschwitz non si sarebbe potuto praticare lo sterminio di massa con il gas asfissiante perchè le camere non potevano essere né riscaldate né aerate con sufficiente rapidità. Anche questo è un errore grossolano. L’acido cianidrico (Zyklon B) passa allo stato aeriforme a una temperatura ambiente di circa 26° C. Ad Auschwitz le persone pigiate nelle camere erano così tante che bastava la loro temperatura corporea a raggiungere la temperatura necessaria ! L’acido cianidrico veniva assorbito dai corpi delle vittime con l’aria che respiravano lasciandone ben poco in circolazione (questo spiega anche perchè se ne trovi poco assorbito dalle pareti e la relativa rapidità della ventilazione successiva). Inoltre mentre nelle camere a gas americane veniva introdotta una quantità di acido cianidrico undici volte superiore alla dose mortale, la dose usata dai nazisti era quella minima considerata indispensabile. Si veda il caso dell’operazione di gassazione effettuata il 3 settembre 1941 (e in cui persero la vita 850 persone). Il mattino dopo il caporapporto Gerhard Palitzsch, entrando protetto da una maschera antigas, trovò alcuni prigionieri ancora in vita. Abbiamo in proposito la testimonianza dello stesso Palitzsch.
Le osservazioni dell’”ingegnere” Leuchter sono state ampiamente confutate (in modo indipendente l’uno dall’altro) dalle ricerche del tossicologo e farmacologo francese Jean-Claude Pressac, dal francese George Wellers e dal tedesco Werner Wegner.
L’uso dello Zyklon B (brevettato nel 1922) in alcuni campi di concentramento (in altri si utilizzava il monossido di carbonio) è ampiamente documentato dalle bollette di consegna, dagli ordinativi e dalle fatture reperiti sia presso le autorità naziste che presso le ditte fornitrici.
In particolare per quanto riguarda Auschwitz sono disponibili le bollette di consegna da cui risulta che la Tesch & Stabenow forniva due tonnellate al mese di preparato mentre la ditta Degesch ne forniva 750 chilogrammi al mese.
Ufficialmente il preparato era fornito esclusivamente a scopo di disinfestazione ed in genere i negazionisti si attengono a questa versione (ma in qualche volantino neonazista capita anche di leggere che lo Zyklon B è stato inventato solo dopo la seconda guerra mondiale !).
Senza considerare le numerose testimonianze che attestano l’uso omicida del gas, basterebbe ricordare che nel maggio 1945 vennero ritrovati nei magazzini di Auschwitz 293 (!) sacchi di capelli femminili. 25,2 chilogrammi di capelli vennero inviati come campione di analisi all’Istituto di medicina legale di Cracovia che vi riscontrò l’inequivocabile presenza di tracce di acido cianidrico (relazione tecnica del 15 dicembre 1945).
Nel 1992 è uscita una nuova versione del “rapporto Leuchter”, redatta questa volta dal chimico German Rudolf di Stoccarda (5).
Il “rapporto” della Croce Rossa
Secondo un presunto rapporto della Croce Rossa Internazionale, spesso citato dai negazionisti, le vittime della persecuzione nazista non sarebbero state più di 30.000. Il documento è un falso grossolano ripetutamente disconosciuto dalla Croce Rossa (6)
L’uso delle fonti naziste
I negazionisti usano selettivamente le fonti di provenienza nazista, mentre cercano di avvalorare la versione ufficiale del regime (che ovviamente faceva il possibile per nascondere l’eccidio in corso) negano la validità delle numerosissime testimonianze rilasciate dai nazisti dopo la guerra (e anche in tempi recenti) considerandole tutte estorte dagli Alleati.
“[Eichmann] disse che la distruzione biologica programmata della razza ebraica nei territori orientali era mascherata dietro al concetto e all’espressione ‘soluzione finale’. Mi fu del tutto chiaro che questo ordine significava lamorte di molti milioni di esseri umani” (capitano Wisliceny, deposizione al processo di Norimberga) (7)
“Gli ebrei sono il nemico eterno del popolo tedesco e devono essere sterminati. Tutti gli ebrei cui possiamo arrivare ora, nel corso della guerra, dovranno essere sterminati senza eccezione. Se non riusciremo a distruggere la base biologica dell’ebraismo, un giorno gli ebrei annienteranno il popolo tedesco”(Himmler a Rudolf Höss, comandante del campo di Auschwitz, riportato nelle memorie di quest’ultimo che descrive con dovizia di particolari lo sterminio) (8)
“Ero già stato assegnato alla partecipazione nell’azione di uccisione delle persone con il gas. Questi omicidi di massa avvenivano in piccole casette situate all’esterno del campo di Birkenau, in un bosco” (dr. Kramer medico del campo di Auschwitz, al processo di Cracovia, il dr, Kramer aveva già annotato le esecuzioni nel suo diario, tenuto durante la guerra) (9)
“Nel campo di concentramento di Mauthausen era stata costruita una camera a gas camuffata da doccia […] I prigionieri venivano uccisi con il gas in questa finta doccia” (Frank Ziereis, comandante del campo). A Mauthausen, come in numerosi altri campi, veniva usato il monossido di carbonio al posto dello Zyklon B (10).
Le copiose testimonianze del periodo bellico vengono invece deformate ad arte dai negazionisti. Prendiamo ad esempio queste dichiarazioni esplicite:
“Non ho potuto eliminare [ausrotten] tutti i pidocchi e gli ebrei in un anno solo. Ma col tempo e se mi aiuterete, questo obiettivo potrà essere raggiunto” (Hans Frank, governatore della Polonia occupata in un discorso del 7 ottobre 1940)
“per quanto riguarda gli ebrei, vi voglio dire sinceramente che bisogna sbarazzarsene in un modo o nell’altro… signori, devo chiedervi di liberarvi di ogni sentimento di pietà. Dobbiamo annientare gli ebrei” (H. Frank in una riunione del governo del territorio occupato, 16 dicembre 1941) (11)
“Gli ebrei sono sempre stati portatori di malattie infettive. Dovrebbero essere concentrati in un ghetto e lasciati a se stessi o essere liquidati, perchè altrimenti infetteranno le popolazioni delle nazioni civili”(Goebbels, 8 agosto 1941)
“Il Fuhrer di nuovo esprime la sua determinazione di ripulire senza rimorsi l’Europa dai suoi ebrei. In questo non ci possono essere suscettibilità sentimentali. Gli ebrei hanno meritato la catastrofe che adesso stanno vivendo. Vivranno il loro stesso annientamento insieme alla distruzione dei nostri nemici. Dobbiamo accelerare questo processo con fredda brutalità; così facendo rendiamo un servizio inestimabile all’umanità” (Goebbels, 24 febbraio 1942) (12)
Contro ogni evidenza queste testimonianze vengono interpretare come se parlassero di “deportare” e non di “sterminare” gli ebrei.
Alcuni testi per approfondire l’argomento:
T.Bastian, Auschwitz e la “menzogna su Auschwitz” : sterminio di massa e falsificazione della storia. – Torino, Bollati Boringhieri, 1995
V.Pisanty,L’irritante questione delle camere a gas,Milano, Bompiani, 1998
V. Pisanty, Come si nega un fatto: le strategie interpretative dei negazionisti in Storia, verità, giustizia : i crimini del XX secolo / a cura di M. Flores, Milano, B.Mondadori, 2001
M. Shermer, A. Grobman, Negare la storia : l’olocausto non è mai avvenuto: chi lo dice e perché, Roma, Editori Riuniti, 2002
R.J.Evans, Negare le atrocità di Hitler : processare Irving e i negazionisti, Roma, Sapere 2000, 2003
NOTE
(1) T.Bastian, Auschwitz e la “menzogna su Auschwitz” : sterminio di massa e falsificazione della storia. – Torino, Bollati Boringhieri, 1995,p.. 77-78. Il brevetto venne concesso (incredibile ma vero) il 3 gennaio 1953.
(2) L’opera è stata consultata in internet, dove è reperibile su diversi siti, non è stato quindi possibile citare il numero di pagina dell’edizione italiana; Genova, Graphos, 1996.
(3) T.Bastian, Auschwitz cit. p. 26.
(4) V.Pisanty,L’irritante questione delle camere a gas,Milano, Bompiani, 1998, p. 10-11.
(5) T.Bastian, Auschwitz e la “menzogna su Auschwitz” : sterminio di massa e falsificazione della storia. – Torino, Bollati Boringhieri, 1995, p.78-92; p. 112-116.
(6) V. Pisanty, Come si nega un fatto: le strategie interpretative dei negazionisti in Storia, verità, giustizia : i crimini del XX secolo / a cura di M. Flores, Milano, B.Mondadori, 2001, p. 373-374.
(7) M. Shermer, A. Grobman, Negare la storia : l’olocausto non è mai avvenuto: chi lo dice e perché, Roma, Editori Riuniti, 2002, p.267-268
(8) M. Shermer, A. Grobman, Negare la storia cit. p. 250-251.
(9) M. Shermer, A. Grobman, Negare la storia cit. p. 188-189.
(10) M. Shermer, A. Grobman, Negare la storia cit. p. 225.
(11) M. Shermer, A. Grobman, Negare la storia cit. p. 245
(12) M. Shermer, A. Grobman, Negare la storia cit. p. 246-247