Desideros* di ripetere la potente esperienza dell’anno scorso, in
occasione della giornata per l’eliminazione della violenza patriarcale e
ciseteronormata sulle donne, riportiamo a Udine il corteo “Prendiamoci
la strada”: per dire basta ai femminicidi e alla violenza di genere, per
affermare la nostra autodeterminazione, solidarietà e diritto
all’autodifesa.
Esattamente come il precedente, anche questo corteo è apartitico, ma
dichiaratamente antirazzista, antifascista, antisessista e costruito dal
basso, direttamente da chi vi partecipa. È completamente
auto-organizzato, senza sponsor, interventi istituzionali o deleghe di
qualsiasi tipo. Per questo motivo chiediamo un’adesione individuale e
non “a nome di” e che bandiere e simboli di partiti e sindacati vengano
lasciati a casa.
Rispettate le nostre decisioni e l’identità dal basso di questo corteo.
Inoltre nel corteo non saranno accettati atteggiamenti oppressivi e
prevaricatori. Le dinamiche di potere (che sono di matrice patriarcale)
sono quelle che il gruppo vuole smantellare con questa piazza.
La manifestazione è aperta a persone che si rispecchiano in qualsiasi
genere, orientamento sessuale e identità e che ritengono una priorità la
lotta alla violenza contro le donne, alla violenza eteropatriarcale,
all’eterosessualità obbligatoria e al binarismo di genere.
Si partirà da Via Roma (fronte Stazione), luogo simbolo di
strumentalizzazioni politiche liberticide (come l’istituzione delle
ronde l’anno scorso o il coprifuoco ai negozi del quartiere) e sempre
più spesso stigmatizzato dai media come luogo del “diverso”, quindi
disdicevole e pericoloso. Il ritrovo è fissato per le ore 17:30
Ecco i punti della nostra chiamata
• Scendiamo in piazza contro le politiche oscurantiste che le
istituzioni non si stancano mai di attuare. Rivendichiamo la libertà di
autodeterminarci e di praticare l’autodifesa, rigettando il ruolo di
vittime che la cultura sessista delle istituzioni ci vuole cucire addosso.
• Udine non è una città pericolosa o violenta. Le strade sicure le
facciamo noi che le viviamo, non vigilanti armati, pubblici o privati.
Rifiutiamo il patriarcato che ci vuole chiuse in casa (dove avviene la
maggior parte degli abusi e femminicidi).
• Denunciamo le politiche securitarie che strumentalizzano la violenza
di genere per criminalizzare l’”altro”, “lo straniero” per rafforzare il
suprematismo e il razzismo, per occultare il denominatore comune di
tutte le culture – il dominio maschile -, per imporre un controllo
fascista e identitario sulle nostre vite. Per noi la città è sicura
quando si cura con: benessere individuale e comune, socialità,
condivisione, welfare, mobilità, comunità e qualità della vita.
• Contestiamo il “Decreto Sicurezza bis”, sia per quanto riguarda i suoi
interventi in fatto di immigrazione, che per il tentativo da parte dello
Stato di eliminare, tramite questo strumento, qualsiasi manifestazione
del dissenso, inasprendo le pene per chiunque porti nelle strade forme
di protesta non accettabili per il Potere.
• Riportiamo all’attenzione pubblica la situazione regionale dei Lager
di Stato, ricordando sia il CPR che sta per essere aperto a Gradisca,
sia la Cavarzerani, situata qui a Udine: strutture che, dietro termini
tranquillizzanti come “accoglienza” o “rimpatrio”, nascondono in realtà
situazioni di violenza e soprusi. La loro esistenza non fa altro che
rafforzare lo stesso sistema di potere che noi combattiamo. Ogni volta
che vengono stabiliti confini da non oltrepassare (che siano tra Stati o
identità), si mina la libertà delle persone. Noi vogliamo invece che
tutt* siano liber* di transitare tra generi e confini!
• Rigettiamo il ciseteropatriarcato che ci vuole costrett* in
orientamenti, ruoli ed espressioni di genere fisse. Ognun* deve essere
liber*! Liber* di amare chi vuole, vestire come preferisce,
socializzarsi nella maniera che l* fa sentire più a proprio agio; tutt*
hanno infatti il diritto vedere utilizzati il proprio nome e pronomi di
elezione e, soprattutto, devono sempre sentirsi sicur* di poterlo fare!
Esprimiamo a tale proposito solidarietà verso tutte le vittime di
violenza transfobica morte quest’anno a causa di questo sistema oppressivo.
• Riteniamo essenziale prestare attenzione alle frange più deboli e
quindi più facilmente oppresse o dimenticate nel limbo del silenzio
generale: supportiamo pertanto le rivendicazioni delle persone
transgender e sex workers, l’autodeterminazione di ognun* sul proprio
corpo e lavoro nonché il diritto di ognun* a essere rispettat* in quanto
persona.
• Combattiamo il Potere in tutte le forme di oppressione con cui si
esprime e che si riflettono non solo sulle persone e le loro vite, ma
anche sull’ambiente che ci circonda. Siamo consapevoli che il sistema
capitalista che sta divorando il nostro pianeta e che tenta di
soffocarci in tutti i modi è un prodotto del Patriarcato e lottiamo per
la sua distruzione.
• Esprimiamo solidarietà a tutte le sorelle e compagne (curde,
sudamericane, ecc…) che in questo momento stanno affrontando in prima
persona gli stupri di guerra, uno strumento ampiamente utilizzato dal
patriarcato, atto di tortura volto ad annientre qualsiasi opposizione.