DIY non un brand ma uno stile di vita per la libertà!

DIY non un brand ma uno stile di vita per la libertà!

Ogni giorno ci svegliamo e andiamo a lavorare; se non abbiamo un lavoro, benchè sempre più spesso precario e malpagato, passiamo la giornata a cercarlo: tutti schiavi di un salario, che c’è o che si sta cercando, col quale poter fare la spesa di cose necessarie ma anche ambire a consumare come o più degli altri. Solo così, ci dicono la pubblicità e i modelli sociali, potremo essere felici, rispettati, e avere un nostro spazio nella società.
Questo meccanismo è funzionale da un lato per far girare l’economia, per la crescita del PIL, in una parola per ingrassare i capitalisti, dall’altro per rendere le persone occupate in attività alienanti, dipendenti esclusivamente dal salario e dall’industria e quindi sempre più sole, alla continua ricerca di una felicità portata dalla soddisfazione dei propri bisogni resi incolmabili dalla pubblicità e da un’offerta illimitata, e incapaci di immaginare un modello di vita diverso.
Reperire le risorse e le energie per mantenere la crescita dei consumi distrugge sempre più in profondità il pianeta, lo inquina e lo riempie di immondizia, alimenta guerre e disparità sociali. Il nemico diventa l’immigrato che scappa dalle guerre o dalle carestie conseguenti ai cambiamenti climatici, non il nostro stile di vita inconsapevolmente insostenibile.

Per interrompere il meccanismo che ci vede sfruttati e sfruttatori, alienati consumatori passivi e inconsapevoli in una società allo sfascio, è necessario riacquisire i saperi, la capacità e la consapevolezza di poter usare le nostre mani per noi e non solo per un datore di lavoro. Così facendo potremo capire le conseguenze dei nostri consumi, mangiare cibi più sani e meno incartati dei quali poter comprare o coltivare direttamente le materie prime andando a sostenere progetti locali ed affini, smettere di sfruttare l’ambiente e i lavoratori affidandoci alla grande distribuzione, all’industria, all’agrobusiness.
Ciò nell’ottica di iniziare a produrre direttamente ciò di cui necessitiamo, e magari chissà, un giorno, riuscire a lavorare meno o non lavorare affatto per un salario, ma collaborare con altre e altri con l’obiettivo di una esistenza fatta di rapporti veri e soddisfazioni autentiche.

LABORATORIO PREPARAZIONE PASTA

E’ in tale ottica che mercoledì 12 giugno alle 19:00 presso la Laboratoria Autogestita proponiamo un laboratorio per la preparazione della pasta, sia fresca che secca, inizialmente con una dimostrazione di Denis della Fattoria di Sara e Giulia ** che ce ne parlerà e ci mostrerà come produrla, e poi dotandoci all’interno della Laboratoria della strumentazione necessaria a produrla con una certa periodicità (ogni uno-due mesi, tale il tempo di conservazione della pasta secca) con chi interessato. A conclusione della dimostrazione ci sarà una cena proprio con la pasta appena prodotta!
Come materia prima c’è la possibilità in prospettiva di utilizzare per la pasta di farro una varietà antica (il farro monococco) coltivata e distribuita attraverso il Patto della Farina (https://www.facebook.com/pattofarinafriuliorientale/ )

 

 

** Chi è la Fattoria di Sara e Giulia (Tratto da https://lafattoriadisaraegiulia.jimdo.com/ )

Quella di Sara e Giulia è una fattoria a ciclo chiuso intesa come un insieme, un organismo vivente formato da persone, animali e terreni  condotti secondo i ritmi della natura. Nata come progetto di autodeterminazione alimentare ha nel tempo condiviso una parte dei suoi prodotti con chi ne segue la filosofia e ricerca alimenti sani e nutrienti. Si produce solo ciò che gli spazi e le risorse permettono, in modo da creare un equilibrio tra quello che si dà e quello che si riceve. Rifiutiamo le regole imposte al mondo agricolo dai governi che subiscono i condizionamenti delle multinazionali e crediamo in un’agricoltura fatta dai contadini per alimentare le persone nel miglior modo possibile.

Coltiviamo in modo naturale cereali di varietà vecchie con i quali produciamo pasta e panificati. Autoproduciamo i nostri semi in modo da adattarli, anno dopo anno, ai nostri terreni e al nostro clima.

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