Sabato 1/06 Presentazione e proiezione di “Punching the City”

Sabato 1 giugno presso la Labortori(A)utogestita di via de Rubeis 43 a Udine

SERATA BENEFIT PALESTRA POPOLARE
LA SBANDATA

dalle ore 19.30 Buffet vegan di autofinanziamento della palestra popolare

a seguire proiezione
PUNCHING THE CITY
con l’autrice e regista Mariella Bussolati.

Punching the city è un film di 70 minuti, un documentario che cattura le voci di un movimento che si sta allargando in tutta Europa. Il film è un viaggio in Italia, Inghilterra, Olanda, Grecia, Spagna, Francia che parla di città, di stress, di vita precaria, di disoccupazione, di immigrazione e di boxe come strumento per sopravvivere.
In questo momento infatti la boxe ha un grande successo e le palestre sono affollate. Non le palestre federali, dove anzi c’è un calo di iscrizioni, ma un altro tipo di palestre, vale a dire quelle popolari che si trovano in luoghi marginali e spazi occupati.
Chi sceglie questo tipo di boxe sono disoccupati, migranti, studenti, ma anche persone che in questo momento, in questa società liquida, non riescono più a trovare una identità e una forza.
Il film racconta i loro sogni, i loro desideri, il perché fanno boxe, ma anche i loro quartieri, le città, i contesti delle città tentacolari in cui ci tocca abitare e in cui non ci troviamo più. E proprio per questo facciamo boxe.
In queste palestre, fuori dai circuiti ufficiali, quelli della televisione e dei grandi eventi, quelli che muovono centinaia di migliaia di euro, si scopre che la boxe è lontana da tutti gli stereotipi che si porta addosso.
Non è una boxe solo per maschi, ma anche per donne, non è una boxe solo per giovani ma anche per anziani, e soprattutto, nonostante spesso gli ambienti delle arti marziali siano stati collegati con le destre, è una boxe antifascita, anti razzista e antisessista.
Queste palestre non hanno le gerarchie delle altre. Sono autogestite. Qui non si ammettono razzismo, omofobia e sessismo, e neppure brutalità e violenza.
La boxe popolare dunque non è più quello sport violento che abbiamo visto nei film famosi, ma torna invece a essere una noble art, uno sport dove ci si mette a tirare pugni, con corpo e mente, in relazione all’altro e al gruppo di riferimento, al di là delle barriere di forza, sesso, cultura, per rivendicare i propri diritti, per non avere più paura, per combattere la violenza.

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