Contro l’ordine eteropatriarcale al Pride di Udine

Come promesso eravamo al Pride e come promesso i nostri corpi ribelli assieme a quelli di tant* altr* compagn* giunt* da Pordenone, da Trieste e dalle varie province, hanno attraversato la città di Udine dando vita ad un partecipato, ma soprattutto sentito, spezzone radicale sotto il nome di Coordinamento Degenere Regionale.

Nonostante fossimo rimast* penalizzat* da qualche aspetto tecnico, che ci ha lasciato praticamente senza amplificazione alla partenza, non siamo rimast* in silenzio, anzi.  Siamo stat* ancora più determinat* a farci sentire, trasformando le nostre istanze in slogan gridati e urlati in ogni dove.

Contro l’ordine eteropatriarcale, contro lo stato machista e sessista, contro i modelli eteronormativi e la moralità bigotta e borghese, contro le politiche fasciste, familiste e razziste fatte in nome dei nostri corpi, per ricordare che il Pride non è solo una festa “gaia” con balli e colori ma che nasce da un atto di ribellione alla repressione. Il pride è stato soprattutto rivolta.*

Ecco, questo lo vogliamo ricordare, perché a 48 anni da quelli che furono i moti di Stonewall, oltre a tutto il resto tra cui fascisti nelle strade, polizia che ti sequestra (https://www.youtube.com/watch?v=_a0OW5VjDtg&t=208s l’ultima.. solidarietà e complicità a Maya) obiettori negli ospedali, aziende che fanno profitto sulle nostre sessualità/aprendo il proprio mercato strumentalmente alla non eterosessualità… ora ci troviamo a dover combattere contro l’ennesima legge liberticida . Stiamo parlando della nostra opposizione ai decreti Orlando-Minniti, con cui vorrebbero deportare chiunque considerino non degn* e meno funzionale ad un ben determinato decoro imposto per le nostre città. Fogli di via per migranti, lavoratrici/tori del sesso e chiunque incarni ed esprima dissidenza nei confronti delle norme sociali, di genere, e di chi varca sì quei confini, tanto citati dagli organizzatori dei pride, ma mai assunti fino in fondo in una critica alla Fortezza Europa. Ma più in generale eliminare ogni moto di divergenza alla norma e di dissidenza. 

Per questa ragione nella piazza finale del corteo, durante gli interventi istituzionali, alcune froce indisciplinate hanno srotolato uno striscione transfemminista anarcoqueer contro fascismo, fondamentalismo religioso e daspo urbano.

Il nostro percorso non è cominciato con il Pride nè finirà con il Pride, ci rivediamo nelle strade!

* E’ proprio questo il significato dello slogan che abbiamo utilizzato nella call:  “not gay as in happy but queer as in fuck you.

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