Come abbiamo sottolineato nel’introduzione alla nostra pagina dedicata all’antisessismo, fascismo e sessismo sono sempre andati a braccetto per questo riteniamo indivisibile la lotta contro il primo da quella contro il secondo.
E’ necessario porsi delle domande sul perché la discriminazione di genere, parte integrante dell’ideologia nazionalsocialista, sia stata non solo accettata, ma anche fatta sopravvivere acriticamente come ideale contesto sociale fino ad oggi e sia così faticoso separarsi da quella che è a tutti gli effetti una dannosa zavorra.
Perché se viene fatto notare l’utilizzo di un linguaggio sessista in un comunicato di compagn* si viene tacciat* di essere dei chiacchieron* a scapito dell’azione diretta?
Perché si vuol far percepire il linguaggio sessista come il linguaggio dell’azione e invece un linguaggio antisessista una perdita di tempo e non ci si vuole mai e poi mai mettere in discussione?
Contestare un linguaggio razzista provocherebbe le stesse reazioni?
Così difficile capire che chi parla male pensa male e chi pensa male agisce peggio?
Allarghiamo la riflessione non solo all’ambito antifascista ma al movimento antagonista in generale, riproponendo link di approfondimento nella pagina dell’Antisessismo del nostro blog, che con pazienza vengono aggiornati…