L’organizzazione di caporalato che mi ha ingaggiato in Puglia per raccogliere pomodori era un’organizzazione di tipo camorristico: chi si ribellava veniva picchiato davanti a tutti e qualcuno ci rimetteva anche la vita. Stiamo parlando dell’Italia.”
Così Fabrizio Gatti descrive le condizioni in cui vivono i raccoglitori di pomodori nel Sud Italia. Manodopera stagionale, proveniente dall’Africa e dall’Europa dell’Est, clandestina e quindi ricattabile. Manodopera che ufficialmente non esiste e quindi che non ha diritti (ha però il dovere di lavorare, velocemente, tanto, per pochi soldi, controllata a vista dal caporale).
Manodopera che non può denunciare lo sfruttamento a cui è sottoposta, sia per le botte da parte dei caporali che per il rischio di rimpatrio da parte delle stesse istituzioni, spesso corrotte e complici dello Schiavismo nell’ Italia del nuovo millennio.
Manodopera sorvegliata a vista, trasportata come bestiame in giro per le campagne dal nord al sud, che raramente riesce a sottrarsi al meccanismo di sfruttamento e violenza.
Il ritratto delineato da Gatti nella sua inchiesta (l’Espresso – 2006) non è un caso isolato ma la condizione dominante nelle campagne del Meridione, come anche nelle manifatture del Veneto, il perno stesso su cui può ruotare l’economia della grossa produzione Made in Italy.
Domenica 15 marzo ne discutiamo con un giovane migrante di Marrakech che ci testimonierà la sua esperienza lavorativa nelle campagne della Basilicata e con un compagno che ci parlerà delle sue conoscenze fatte sul campo della capitanata foggiana ; parleremo dell’emarginazione dei lavoratori stranieri nei luoghi di raccolta e sulla grande filiera dello sfruttamento e sulle possibili pratiche di solidarietà alle lotte bracciantili.
All’uso accentrato della terra, alla mercificazione del cibo ed allo sfruttamento dei lavoratori, presenteremo un progetto che sta prendendo forma nel Friuli Orientale, riguardante la coltivazione dei cereali con una modalità diversa, coinvolgendo tutta la filera dal produttore al consumatore. Ce ne parlerà E. del Molino Tuzzi di Dolegna del Collio (GO).