GIOVEDI’ 12 DICEMBRE 2013 ORE 20,30 Inauguriamo in via Tolmezzo 87 una nuova sezione del nostro
cineforum (a)utogestito dedicata alla CONTROINFORMAZIONE.
12 dicembre 1969 una bomba esplode in piazza Fontana: 14 morti ed oltre cento feriti (altri due moriranno in ospedale). È una strage di Stato, progettata ai livelli più alti, realizzata allo scopo di fermare le grandi mobilitazioni di massa che si stanno svolgendo in tutto il paese. Serve un colpevole a cui addossare ogni responsabilità: gli anarchici. Nella notte del 15 dicembre un anarchico precipita da una finestra della Questura: dicono che si è suicidato di fronte alle prove che lo inchiodavano…
DOCUMENTI SU GIUSEPPE PINELLI (di cui vedremo alcuni spezzoni fondamentali) pur essendo un’opera incompiuta (solo una parte del materiale girato è stato montato) è un classico della controinformazione per la capacità che ebbe di coinvolgere – nella sua realizzazione – ampi settori della cultura cinematografica (e non solo) del periodo.
Il documentario (1970) fu ideato dal “Comitato cineasti contro la repressione“, che radunava un gruppo di registi appartenenti alle associazioni di categoria ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) e AACI (Associazione Autori Cinematografici Italiani) come reazione all’uccisione di Pinelli. Inizialmente il film doveva essere realizzato da cinque gruppi di lavoro con un episodio a testa.
Lo sceneggiatore Ugo Pirro ricorda così la genesi del film:
« I documenti su Pinelli furono prodotti dal “Comitato cineasti contro la repressione” che nacque su iniziativa di Petri e mia, all’indomani della strage di Piazza Fontana. Alla ricerca precipitosa degli autori della strage, tutte le forze di polizia iniziarono una repressione a tappeto che investì indiscriminatamente tutti i gruppi extraparlamentari e che si estese successivamente anche contro gli operai in lotta. Al comitato aderirono i cineasti più noti, ma pochi girarono dei “pezzi”. Comunque il finanziamento dell’impresa fu assicurato dai cineasti aderenti. »
Solo Elio Petri e Nelo Risi riuscirono a portare a termine i loro episodi, gli altri gruppi raccolsero molto materiale che però non venne mai montato. Il film apparve comunque con le firme di moltissimi cineasti e personalità della cultura che, benché non avessero partecipato alla produzione, si assunsero la responsabilità giuridica (e quindi anche penale) dell’opera. Ovviamente il film non è mai stato proiettato al di fuori dei circuiti militanti.
L’episodio girato da Elio Petri è stato anche distribuito autonomamente nel 1972 con il titolo Materiale n. 2: Ipotesi sulla morte di G. Pinelli. Il filmato smonta le tre contraddittorie versioni che la polizia fornì sul presunto “suicidio” di Pinelli. La linea guida dell’episodio fu elaborata da Elio Petri ma il lavoro fu definito insieme a Ugo Pirro, senza scrivere però una vera e propria sceneggiatura: questa fu elaborata e redatta durante le riprese, con il concorso degli attori partecipanti. E’ quindi un’opera COLLETTIVA. Il film fu realizzato con la collaborazione dell’operatore Luigi Kuveiller e degli attori Gian Maria Volontè, Luigi Diberti Giancarlo Dettori e Renzo Montagnani, (non siamo riuscit* ad identificare il quinto attore presente; il montaggio è di Raimondo Crociani).
Nel 2000 il materiale è stato rieditato da Guido Albonetti con il titolo Il filo della memoria – Giuseppe Pinelli e con l’inserimento di una introduzione storica realizzata con materiali d’archivio.
Fra tanti “grandi nomi” ricordiamo anche quello di un genuino esponente della cultura “popolare”. La colonna sonora di alcuni materiali girati da Nelo Risi è costituita dalla canzone “Lamento per la morte di Giuseppe Pinelli” composta per l’occasione dal cantastorie siculo/milanese Franco Trincale, un personaggio che non ha mai fatto (nè cercato) fortuna, che ha sempre vissuto della sua arte cantata nelle piazze, mettendola a disposizione dei movimenti di lotta e che fino al 2002 andava in piazza Duomo a Milano a presentare le sue canzoni. Nel luglio 2002 un’ordinanza municipale (che vieta l’uso di amplificatori per «molestia alla cittadinanza e disturbo alle attività») gli ha imposto di cessare la sua attività. Guarda caso nel marzo 2002 il suo nome era comparso in coda alla richiesta da parte di Berlusconi di trasferire da Milano il processo SME per “legittima suspicione”. Secondo quanto si può leggere negli atti del processo, Trincale «si porta presso la piazza del Duomo ogni fine settimana per vendere materiale diffamatorio, altresì arringando i numerosi presenti con ulteriori diffamatorie prospettazioni».
Documenti : una ricostruzione della morte di Pinelli